Corte dei conti: luci e ombre nella gestione Covid-19

“La fase istruttoria delle indagini sugli acquisti in pandemia è ancora in essere. Sono inchieste delicate perché nate in contesto emergenziale”. Questa la dichiarazione ufficiale della Corte dei conti, rispetto alle vicende che hanno contrassegnato la gestione delle prime fasi della pandemia nel Lazio, nel corso della cerimonia del Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2020. I giudici amministrativi parlano di una “istruttoria complessa”, derivante dai vincoli posti dal primo decreto “Cura Italia”, secondo il procuratore regionale Pio Silvestri. Ciò non impedisce di “accendere un faro da parte della Procura avviando un processo di controllo”, la cui notizia non ha scoraggiato il presidente Nicola Zingaretti e l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, che hanno espresso grande soddisfazione per i risultati raggiunti, secondo quanto rilevato da parte dei magistrati amministrativi.  Elemento confortante, per i vertici regionali, è il risultato riscontrato circa i costi sostenuti: “La gestione della pandemia è costata meno di mezzo centesimo al giorno per abitante”, è scritto nella relazione della Corte e questo, a inchiesta non ancora conclusa, è stato sufficiente per rassicurare gli amministratori locali di un ente reputato “virtuoso nella gestione sanitaria della pandemia”. Secondo l’assessore D’Amato, il procuratore generale Pio Silvestri e il presidente della sezione regionale di controllo per il Lazio Roberto Benedetti “hanno rilevato l’efficacia e l’efficienza delle azioni messe in campo durante il 2020, che hanno reso la Regione un modello”.  Oltre ai giudizi lusinghieri, sono state però messe in evidenza le criticità, tra cui “la lunghezza delle attese per le visite specialistiche nella sanità pubblica”, che secondo i giudici hanno rivelato quanto sia urgente “un ripensamento del sistema che ci metta al riparo dai prossimi eventi pandemici”. E intanto si attendono i risultati dell’istruttoria relativa all’acquisto di mascherine di protezione da parte della Regione, per un impegno di spesa di 14 milioni e mai arrivate – con il recupero di un solo milione – causa complesse vicende legate alla inaffidabilità delle società con cui l’ente amministrato da Zingaretti ha stipulato il contratto.  

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