Covid, 56 milioni ai privati per i ‘ristori’
Bertucci, commissione Bilancio Regione Lazio: “Nessun regalo ma senso di responsabilità”
Decreto Ristori, è quel complesso di disposizioni, approvate nel 2020, per sostenere i settori economici più colpiti dallo sconvolgimento derivato dalla pandemia. Alla sanità privata accreditata del Lazio è stato applicato nell’anno della sua approvazione poi più nulla, causa “mancato equilibrio di bilancio nelle casse regionali”, come si dice nel linguaggio tecnico. Un mancato trasferimento dalla Regione che, secondo l’amministrazione guidata da Francesco Rocca, avrebbe potuto mettere a rischio migliaia di posti di lavoro. Così, con l’approvazione in commissione Bilancio della Pisana, della proposta di legge del competente assessore Giancarlo Righini, sono stati sbloccati 56 milioni di euro stanziati dall’esecutivo nazionale ma mai arrivati a destinazione. Un provvedimento non esente da polemiche da parte delle opposizioni, a cui gli esponenti di maggioranza hanno prontamente replicato. “Abbiamo di nuovo risolto i problemi che abbiamo trovato fin dal nostro insediamento, mostrando serietà e fornendo risposte a quei lavoratori del comparto della sanità privata che rischiavano il loro posto di lavoro”, esordisce così, in un comunicato, il presidente della commissione Bilancio della Regione Lazio Marco Bertucci. Ed elenca tutti i passaggi effettuati dall’assessore Righini e dai componenti della commissione per portare a compimento il provvedimento, un impegno dovuto esclusivamente alla consapevolezza di voler “rimborsare i costi fissi sostenuti dalle strutture private accreditate nel periodo dell’emergenza Covid – scrive ancora Bertucci – in un ruolo di prezioso supporto alla sanità pubblica regionale in un contesto drammatico”. I rappresentanti della maggioranza al governo della Regione Lazio rimproverano ai predecessori “una inerzia che si trascinava da troppo tempo, con il rischio di ricadute sociali per la paventata perdita di numerosi posti di lavoro”. Crisi a cui si è assistito varie volte nel corso degli ultimi decenni, a ogni accenno di difficoltà da parte di strutture accreditate del Lazio, a causa di contenziosi sui rimborsi per le prestazioni. “Non si tratta di un regalo né di un favore” ha replicato il presidente della Regione Francesco Rocca. E torna in mente l’appello, circolato nei primi terribili giorni del 2020 – quando il Covid terrorizzava e la sanità pubblica non era in grado di rispondere adeguatamente – per riaprire una parte dell’ospedale Forlanini di Roma, chiuso dalla Regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti il 30 giugno 2015 e abbandonato al degrado. Una idea che avrebbe potuto far risparmiare, almeno in parte, tale cifra alle casse pubbliche ma che l’allora assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato giudicò “strampalata e senza senso”.