Covid, Aodi: l’Oms intervenga subito in Cina
Il presidente Amsi chiede trasparenza sui numeri e controlli alle frontiere
“Non ci sono statistiche precise ma da quello che riferiscono i medici cinesi e alcuni sanitari stranieri che prestano servizio in loco, la situazione legata all’emergenza Covid è molto peggiorata dall’inizio di dicembre”. Lanciano l’allarme le associazioni Amsi medici stranieri in Italia, l’Umem unione medica euro-mediterranea e il Movimento Uniti per unire, un network da tempo impegnato in campo sanitario per la difesa di medici e infermieri di altri Paesi che approdano in Italia. Si rivolge all’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) il presidente di Amsi Foad Aodi, chiedendo un intervento urgente, per monitorare “la situazione sanitaria reale, fornire statistiche e stabilire se siano in circolazione varianti aggressive. No alla censura – invoca Aodi – si tratta di salute globale non solo di salute cinese”. I problemi secondo il presidente, nascono dalla fallimentare strategia “Covid zero”, ovvero perseguire un regime rigidissimo di chiusure inseguendo la chimera della sparizione dei contagi che, come i fatti hanno dimostrato, si è rivelata impossibile. Secondo il racconto dei sanitari, le chiusure forzate di attività e fabbriche hanno determinato una perniciosa carenza di medicinali e materiali sanitari, così come mancano medici e infermieri, determinando una forte pressione sugli ospedali. “Bene ha fatto l’Italia a introdurre i tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina – insiste Aodi – ora bisogna agire in tutti i paesi europei, controllando i trasporti al confine, non solo negli aeroporti”. Sulla politica “Covid zero”, si sono sempre mostrati scettici alcuni esperti italiani, come Matteo Bassetti e Maria Rita Gismondo. Di parere opposto invece il consulente sanitario dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, Walter Ricciardi, forte sostenitore del modello Pechino che in una intervista alla “Stampa” ha ipotizzato il pericolo di diffusione in Italia di “una variante del virus Sars-Cov2 non più contagiosa della Omicron ma più patogenica”.