Covid in carcere: 97 casi nel Lazio, appello del Garante

Covid-19, focolaio nell’istituto penitenziario Rebibbia Nuovo complesso. L’allarme lo lancia il Garante dei detenuti della Regione Lazio Stefano Anastasìa, che già lo scorso 4 gennaio mise in guardia l’amministrazione penitenziaria, in seguito al trasferimento di alcuni detenuti positivi arrivati da Sulmona. Evidentemente quello che era un piccolo cluster non è stato circoscritto così, alla data del 13 gennaio, a tracciamento ancora in corso, sarebbero 23 i casi di positività rilevati. “L’amministrazione penitenziaria deve prestare più attenzione – ha ribadito Anastasìa – abbiamo più volte chiesto di ridurre il sovraffollamento e provvedere alla tempestiva vaccinazione dei reclusi e degli operatori”. Mentre a Regina Coeli l’infezione sembrerebbe sotto controllo e i casi rilevati si starebbero risolvendo, nella casa di reclusione del Tiburtino c’è preoccupazione. Così come in tutta Italia in cui, secondo i dati diffusi dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, i casi non sarebbero da trascurare: 624 sono i reclusi positivi al Coronavirus, 587 dei quali asintomatici, 26 i ricoverati. Non rassicura neanche la situazione degli operatori carcerari, tra cui ci sarebbero 647 agenti contagiati, 64 dei quali sintomatici. Sessantuno i positivi fra il personale amministrativo e dirigenziale penitenziario. Secondo lo stesso report, i detenuti contagiati nelle carceri del Lazio sono 97. “Non si possono continuare a chiedere sacrifici ai detenuti: da quasi un anno non hanno più colloqui con i familiari – spiega Anastasìa – spesso non possono più andare a scuola o svolgere attività mentre, con leggerezza, si effettuano trasferimenti da istituti con focolai attivi senza procedere a verifiche sulla negatività dei trasferiti”. Il Garante rivolge l’attenzione alla peculiarità e ai rischi della vita in comunità chiuse e sovraffollate come le carceri. “Occorre programmare e procedere alla vaccinazione non appena saranno completate quelle nelle Rsa – ribatte Anastasìa – e procedere alla riduzione del numero dei detenuti. Ci aspettiamo immediate risposte dal ministro Bonafede, dal commissario all’emergenza Arcuri e dalle regioni sulla necessaria anticipazione della campagna vaccinale nelle carceri, a partire dagli anziani e dai portatori di patologie a rischio”, conclude il Garante.

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