Covid: trasferita chirurgia da Rieti alla clinica privata
Ospedali Covid e riorganizzazione dei posti letto: a Rieti monta la polemica. Nell’interrogazione numero 961 presentata il 26 novembre scorso dal capogruppo regionale della Lega Orlando Angelo Tripodi, che non ha ancora avuto risposa, si solleva il caso del trasferimento in blocco del reparto di chirurgia dell’ospedale San Camillo de’ Lellis di Rieti, motivato dalle necessità imposte dalla pandemia. L’interrogante, facendo riferimento alle istanze sollevate in una nota dal sindacato Cisl Roma Capitale e provincia, chiede al presidente della Regione Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, “chiarimenti urgenti riguardo il trasferimento di servizi sanitari dalla provincia di Rieti al ‘Villa Tiberia Hospital’” nel quartiere Montesacro di Roma. Si tratta di posti letto temporaneamente soppressi al de’ Lellis per far posto a ricoveri Covid e inviati nella clinica del Gruppo Villa Maria, la stessa holding che amministra il Centro Clinico Palocco, uno dei primi individuati dalla Regione per far posto ai colpiti dal virus nella prima ondata. Una casa di cura che, secondo l’interrogante, non disporrebbe del reparto di terapia intensiva, fondamentale nell’assistenza a pazienti che necessitano di interventi di chirurgia complessa, specie in caso di sopravvenute complicanze. In realtà, e qui le date giocano un ruolo determinante, la struttura privata accreditata, che dispone di 8 posti di terapia sub-intensiva ha inaugurato 9 letti con possibilità di isolamento in terapia intensiva il 17 dicembre, soltanto alcuni giorni dopo l’annunciato trasferimento dei letti di chirurgia dall’ospedale di Rieti, il 22 novembre. Un azzeccato tempismo che cozza però con la disponibilità – ravvisata dalla Cisl e dal consigliere interrogante Tripodi – dell’ospedale di Magliano Sabina “già predisposto e funzionale alla chirurgia ambulatoriale, ove si contano sale operatorie fornite di tutte le attrezzature necessarie, e letti di ultima generazione attualmente in disuso, per un costo sostenuto solo pochi anni fa di circa 4 milioni di euro”. Dall’interrogazione presentata alla Pisana, si evince inoltre che l’ex ospedale di Magliano, riconvertito dalla Regione Lazio a casa della salute, potrebbe avvalersi dei medici e del personale sociosanitario proveniente dallo stesso hinterland reatino, attualmente costretto a trasferirsi al Villa Tiberia Hospital per interventi sui pazienti chirurgici trasferiti da Rieti. “Per far fronte all’emergenza sanitaria e alla rimodulazione dei servizi attraverso iniziative di medicina territoriale sarebbe opportuno – scrive il consigliere – come sottolineato nella nota della Cisl, procedere tramite la riapertura di piccoli presidi ospedalieri. In questa ottica, senza mortificare ulteriormente la provincia di Rieti si potrebbe riattivare l’ospedale di Magliano”. Per questo le richieste di Tripodi si focalizzano sulle motivazioni che avrebbero indotto l’amministrazione regionale a tale scelta e su quali provvedimenti si intendano adottare per scongiurare ulteriori trasferimenti. Al momento la Regione, sorda alle istanze politiche e sindacali, sembra preferire le prestazioni chirurgiche garantite dall’emergente gruppo emiliano, che tanto spazio sta conquistando nella sanità di alcune regioni del Centro Italia.