Fondazione Santa Lucia: ancora una volta è crisi, una storia che si ripete ciclicamente. Sono almeno dieci anni che la struttura romana di via Ardeatina, nata nel 1960, come centro riabilitativo Oasi e punto di riferimento per la neuroriabilitazione per la Capitale e il Lazio, rischia il collasso con ripercussioni negative per dipendenti, pazienti e famiglie. Un terremoto occupazionale, hanno definito i sindacati l’ultimo allarme, causato da un severo dissesto economico che potrebbe condurre uno dei presidi di qualità della regione al fallimento. Dal 2014, tra la Regione Lazio e i vertici dell’Istituto è in corso un confronto dialettico che non vede soluzione, nonostante la competenza e l’abilità del compianto direttore generale Luigi Amadio che guidò l’Istituto verso ambiziosi traguardi nel campo dell’assistenza e della ricerca. Le tappe del dissidio sono impietose: nel giugno 2016 da 90 prestazioni garantite in day hospital si passò a sole 40 con grave pregiudizio di pazienti con lesioni neurologiche, vittime di incidenti o di pregresse patologie altamente invalidanti come l’ictus, le lesioni cerebrali e i gravi incidenti, per cui la riabilitazione è indispensabile. Nel 2017, con il decreto numero 111 dell’allora commissario ad acta Nicola Zingaretti, una ricognizione di dare e avere, emerge un debito di più di 12 milioni di euro della Fondazione nei confronti della Regione Lazio, una esposizione che il Santa Lucia nega, tanto da arrivare alle vie giudiziarie, con l’Istituto sempre vincente in tutti i gradi di giudizio. Proprio nello stesso anno, per far fronte ai debiti, si decide di rinunciare alla prestigiosa squadra di basket in carrozzella, vanto della Fondazione e motivo di riscatto per molti pazienti, grazie ai numerosi titoli conquistati. Il team sarà salvato grazie a una generosa sottoscrizione ma i problemi non si esauriscono, tanto da arrivare, nell’estate del 2018, alla revoca dell’accreditamento di 177 posti letto, una situazione che mette in ginocchio l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), con l’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale che attacca la giunta Zingaretti. E ora, a parti ribaltate, il debito di 300 milioni contro una produzione annua d’impresa di soli 100 fa scattare l’allarme. Scendono in campo i sindacati e, per Cgil, Cisl e Uil “questa eccellenza della neuroriabilitazione deve diventare struttura pubblica” mentre Armando Valiani, segretario regionale Ugl Lazio e Valerio Franceschini segretario Ugl Salute Roma, pur plaudendo al rinnovo dell’accreditamento da parte del presidente della Regione Francesco Rocca, chiedono l’attivazione di ammortizzatori sociali “per salvaguardare i mille lavoratori coinvolti e le loro famiglie”. Da ultima, e non per importanza, la voce delle più alte istituzioni ovvero il governo che, attraverso il vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità della Camera Luciano Ciocchetti, scende in campo e convoca il 6 agosto una riunione al ministero delle Imprese e del Made in Italy con le sigle sindacali. “La Fondazione Santa Lucia di Roma è un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di rilievo nazionale e di alta specializzazione per la neuroriabilitazione, per statuto senza scopo di lucro – ha dichiarato il parlamentare di Fratelli d’Italia – che vanta collaborazioni per la ricerca scientifica nel campo delle neuroscienze con oltre cento enti tra università, centri di ricerca e altre organizzazioni pubbliche e private, compresa la Nasa: insomma un vero e proprio fiore all’occhiello che va assolutamente tutelato”.

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