Cto: l’antincendio ‘nato male’
Spesa di 5,6 mln ma i lavori sono incompleti: mancano le scale di sicurezza e si paga la vigilanza
Una vicenda paradossale, nota da anni non risolta da nessuno. L’adeguamento del sistema antincendio dell’ospedale romano Cto Andrea Alesini è un bluff. Nel 2014 i vigili del fuoco, imposero l’osservanza delle prescrizioni poste dall’attuale normativa. La Asl Roma C – ora Roma 3 – si affrettò con la delibera 192 del 5 marzo ad affidare i lavori alla ditta Siram, che aveva già eseguito interventi tecnologici nel 2007. Lo fece senza bando di gara e offerte di altre società. “L’impellenza della situazione giustifica la procedura in deroga”, si scrisse. I lavori iniziarono, considerata “l’indifferibilità e l’urgenza”, con stanziamento di 2,6 milioni della Regione arrivati poi a 5,6 milioni totali. “Furono realizzate molte porte antincendio all’interno della struttura”, è scritto nell’interrogazione rivolta al presidente Nicola Zingaretti dai consiglieri Chiara Colosimo e Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia.
Peccato che dietro tali porte, manchino le scale esterne di sicurezza, elemento centrale in un impianto antincendio realizzato con tutti i crismi. In caso di emergenza, al di là delle uscite, si finirebbe nel vuoto. Per ovviare a tale inspiegabile omissione l’azienda, piuttosto che esigere spiegazioni dalla Siram, ha preferito ingaggiare un servizio di vigilanza contro eventuali fuochi ed esplosioni al costo di 2,2 milioni l’anno.
Perciò gli interroganti si chiedono come mai, a “fronte di un’omissione di interventi obbligatori per legge e malgrado le risorse stanziate a tale scopo, si risponde a suddette carenze con personale di vigilanza con contratto decisamente oneroso”. E incalzano Zingaretti sulle “ragioni che hanno precluso la realizzazione delle scale, le mancate verifiche regionali e i possibili provvedimenti che si intenda assumere verso i responsabili, sussistendo eventuali profili di danno erariale”. Per il momento, dalla Pisana solo silenzio.