Cto: pronto soccorso chiuso, pressione sul Sant’Eugenio
Ė stata una delle decisioni più contestate dalla cittadinanza. Il declassamento del pronto soccorso del Cto Alesini a punto di primo intervento, ai residenti del popolare quartiere romano della Garbatella non è andato proprio giù. Insieme alla perdita del servizio di assistenza in emergenza/urgenza, stabilita dal decreto ministeriale numero 70 del 2015, rinominato la “Caporetto” sanitaria, nelle intenzioni della Regione Lazio è previsto il ritorno del nosocomio alla originaria vocazione orto-traumatologica, che però non sembra rispondere alle esigenze di una popolazione di età media avanzata, che ha visto negli anni l’impoverimento dell’offerta sanitaria territoriale e la drastica riduzione di posti letto negli ospedali, o peggio, la chiusura di importanti nosocomi della capitale. E i giudici del Consiglio di Stato hanno dato ragione a 25 medici ortopedici, che si sono rivolti alla magistratura amministrativa chiedendo il ripristino del servizio di pronto soccorso polispecialistico nell’arco delle 24 ore, con tutti i professionisti in grado di fronteggiare una situazione di emergenza per patologie multiorgano. Soltanto la Regione Lazio è restia ad accogliere le istanze della comunità e dei camici bianchi e propone con ossessiva ostinazione un viaggio a ritroso nel tempo, riproponendo l’Alesini come Centro traumatologico ortopedico, affine all’Istituto Rizzoli di Bologna, ignorando le cartelle cliniche dei pazienti esibite in giudizio dai medici ricorrenti, che hanno evidenziato che le esigenze della popolazione sono diverse da ciò che impongono i piani di rientro dal deficit. In ballo ci sarebbe il riconoscimento ministeriale di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), con acquisizione di un diverso status e, soprattutto, di finanziamenti rispetto a quelli previsti per il Servizio sanitario regionale. Sul tema, dopo un sopralluogo presso la struttura di via San Nemesio, è intervenuto il consigliere regionale Daniele Giannini, membro della commissione Sanità della Pisana, messo a conoscenza “delle evidenti criticità riscontrate e della necessità che il servizio di pronto soccorso torni ad essere operativo nelle 24 ore su base giornaliera”. La motivazione addotta per la riduzione del servizio si riferisce a un monitoraggio effettuato nel 2021 dalla direzione della Asl Roma 2, basata sui presunti accessi ridotti in orario notturno. Rilevazione contestata dall’esponente leghista, che ha messo in evidenza la ridotta mobilità dei cittadini in pieno periodo pandemico e di chiusure di vari servizi per cui si “concentravano tutti gli spostamenti della cittadinanza in orario diurno”. “Senza contare la pressione eccessiva che si sta venendo a creare sul vicino Sant’Eugenio” commenta in una nota Giannini, evidenziando la funzione di alleggerimento che comporterebbe l’apertura serale e notturna del Cto. “Una approfondita riflessione ci permetterà di affrontare al meglio le necessità degli operatori sanitari e quelle dell’utenza a cui dobbiamo garantire un servizio all’altezza della Regione che rappresentiamo”, conclude Giannini nel suo scritto, auspicando che si arrivi a una ottimizzazione delle prestazioni sanitarie. Il tema, sarà affrontato nella audizione in commissione Sanità, richiesta con urgenza dal consigliere leghista.