Aumentare l’attenzione e la consapevolezza su una grave minaccia per la salute pubblica. Ė questo l’auspicio espresso dal ministro della Salute Orazio Schillaci, nel celebrare la “Giornala mondiale contro l’epatite”, istituita dall’Oms, Organizzazione mondiale della sanità il 28 luglio, data di nascita di Baruch Blumberg (28 luglio 1925), il biochimico statunitense insignito del premio Nobel per aver scoperto nel 1967 il virus dell’Epatite B e sviluppato il primo vaccino. L’evento è un’occasione per sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica e le istituzioni, divulgando tutte le informazioni utili per evitare di contrarre il morbo. Le epatiti costituiscono un gruppo di malattie per la maggior parte virali, ancora molto diffuse, debilitanti e durature. Sebbene esistano diversi tipi di virus dell’epatite, dalla A alla E, le epatiti B e C sono le più rilevanti e causano quasi 8.000 nuove infezioni ogni giorno a livello globale, che per lo più non vengono individuate. Ogni anno si contano oltre un milione di decessi legati alle epatiti, molti dei quali tuttavia potrebbero essere evitati. Per l’epatite B esistono vaccini e trattamenti efficaci e per l’epatite C è disponibile una cura. Quest’ultimo tipo di epatite, particolarmente insidioso, è causato da un virus a Rna (HCV) appartenente al genere Hepacivirus della famiglia dei Flaviviridae. Si trasmette per via parenterale, ossia attraverso il contatto con sangue infetto o fluidi corporei che lo contengono. L’infezione spesso decorre in maniera asintomatica o presenta sintomi vaghi e aspecifici. Circa il 30% (15-45%) delle persone infette elimina spontaneamente il virus entro sei mesi dall’infezione senza alcun trattamento. Nel restante 70% (55-85%) dei casi l’infezione acuta può cronicizzare e trasformarsi in una patologia di lunga durata e/o condurre alla cirrosi, una condizione grave del fegato che può portare a sviluppare insufficienza epatica e tumore del fegato. L’Oms stima che ogni anno si verifichino circa 1,5 milioni di nuovi casi. Le persone con infezione cronica sono circa 58 milioni. Ogni anno muoiono circa 290mila persone a causa di patologie del fegato HCV correlate. La malattia è diffusa in tutto il mondo. I paesi con i più alti tassi di infezioni croniche sono l’Egitto, il Pakistan e la Cina. Non è ancora disponibile un vaccino contro l’epatite C, tuttavia i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, estremamente efficaci e sicuri, sono in grado di curare il 95% delle persone infette. “Prevenzione, diagnosi precoce e miglioramento di terapie efficaci, anche grazie alla ricerca, sono gli assi strategici su cui agire e lo stiamo facendo in particolare attraverso lo screening nazionale gratuito per infezione da HCV” ha assicurato il ministro. Collegato a tale azione di prevenzione, attiva in molte Asl italiane, l’intervento sul Piano nazionale di prevenzione 2020-2025 con aggiornamenti collegati alle nuove opportunità terapeutiche. Il traguardo, ambizioso ma non irraggiungibile, è eliminare l’epatite come minaccia per la salute pubblica entro il 2030, obiettivo a cui hanno aderito nel 2016 i vari Paesi del mondo. (Agenpress).

 

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