Cure palliative: “Spero in un centro al Forlanini”
Stefano De Santis, Master di II livello in Medicina palliativa, responsabile dell’omonimo servizio presso l’ospedale San Camillo di Roma – certificato quale Centro internazionale di cure integrate oncologiche e palliative presso la società europea Esmo – ci illustra la valenza del decreto regionale in materia, siglato lo scorso 15 novembre.
La Regione ha recepito la legge 38 del 2010, dando il via a una rete regionale delle cure palliative. Quali saranno gli effetti nel Lazio?
Si dovranno garantire le cure palliative in hospice, a domicilio e in ospedale ai circa 12 mila malati terminali nel Lazio o la terapia del dolore ai malati cronici, definendo i piani di intervento e il sostegno alle loro famiglie. Nella rete locale di cure palliative opererà l’equipe multi professionale – con medici, infermieri adeguatamente formati, – medici di medicina generale, psicologi e assistenti sociali, operatori sociosanitari e fisioterapisti – che si confronterà con una struttura organizzativa di coordinamento, per valutare quantità e qualità delle prestazioni erogate. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che trattamenti precoci migliorano la qualità di vita e l’umore e permettono una più lunga sopravvivenza rispetto a chi ha ricevuto la terapia oncologica tradizionale
Un grande ospedale, il San Camillo, potrà evitare costosi ricoveri da indirizzare in una struttura ad hoc. Magari il Forlanini riconvertito…
E’ tempo che l’Azienda San Camillo Forlanini si assuma l’impegno di garantire l’assistenza ai malati terminali con un’organizzazione rispondente ai requisiti del decreto regionale. Questo encomiabile atto della Regione a guida Zingaretti, dovrebbe stimolare un’iniziativa politica che trasformi una parte del Forlanini in una Casa della salute per la Asl Roma D e un centro di cure palliative, potendo assumere in accordo con questa, il coordinamento della rete di cure palliative del territorio.
Che ruolo avranno i medici di famiglia nella nuova rete di cure?
Nell’ambito della rete dovranno conoscere e applicare i “percorsi diagnostico terapeutici e riabilitativi” garantendo la continuità della gestione del malato nell’ambito dei percorsi definiti nella rete delle cure palliative. E’ urgente che la loro attività sia maggiormente coordinata dai direttori dei distretti sanitari.
Nella sanità del piano di rientro, ci saranno sufficienti risorse da destinare alle cure palliative?
In realtà si tratta di organizzare diversamente le professionalità già presenti e qualificate; infatti, la rete di cure palliative se realizzata secondo i requisiti del decreto regionale consentirà alla Regione di risparmiare: il costo di una degenza in ospedale è di 800 euro al giorno rispetto ai 200 euro di un ricovero in hospice, e ai 100 se si tratta di assistenza domiciliare. L’applicazione del modello di sanità regionale targata Zingaretti offrirà servizi migliori spendendo di meno.