Dalla Nuvola all’Astronomia, sotto una cattiva stella

Non tutte le ciambelle riescono con il buco e, in fatto di vaccinazioni nel Lazio ne sanno qualcosa i cittadini che, con prima dose inoculata alla Nuvola, si sono visti trasferiti d’ufficio alla sede della Confindustria di via dell’Astronomia, che ha attivato un centro di somministrazione con ingresso in viale Umberto Tupini. Fatta salva la vicinanza del sito nel quartiere romano dell’Eur all’imponente centro congressi realizzato dall’architetto Fuksas, numerosi sono stati i disagi lamentati dai “vaccinandi”, che hanno riempito le redazioni dei giornali di lettere di protesta. A cominciare dal balletto degli annunci, che dal 3 al 7 giugno hanno fatto registrare almeno quattro versioni diverse, gettando nel panico tutti coloro che attendevano la comunicazione precisa via sms sul sito a cui accedere. Per non parlare poi delle difficoltà riscontrate nella organizzazione e nella logistica approntata nei locali dei rappresentanti della nostra industria, non certo un bel biglietto da visita. “Ho atteso almeno tre ore in fila sotto la pioggia”, si è lamentata Cristina, impiegata 56enne che l’8 giugno è uscita stremata dalla inoculazione, non tanto per la sostanza ricevuta quanto per l’estenuante coda e le intemperie che non hanno certo risparmiato la folla di cittadini non certo in confortevole situazione. “Ho letto l’sms dello spostamento con una certa apprensione” ci confida Roberto, che ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca nel mese di marzo alla Nuvola, per poi essere spostato in via Tupini. “Alcuni amici mi avevano descritto una situazione apocalittica nella sede degli industriali – ironizza – e i fatti non hanno potuto che confermare la loro versione”. Anche per la signora Maria, 77 anni e accompagnata dal marito per incoraggiamento, le cose non sono andate diversamente. “Una folla di anziani come me in piedi per ore, disorientati, accalcati su un marciapiede senza nessuno a fornire informazioni sui tempi o rassicurazioni. La cosa che stupisce – continua – è che secondo i giornali e la televisione nel Lazio tutto va bene, senza difficoltà ma è sotto gli occhi di tutti quanto la situazione sia difforme da ciò che viene rappresentato”. Da fonti ministeriali apprendiamo che la situazione caotica sarebbe stata determinata da problemi di comunicazione tra i vari enti che gestiscono l’organizzazione vaccinale (ufficio del commissario all’emergenza, regione Lazio, Istituto superiore di sanità), una criticità che si è riscontrata fin dagli esordi della pandemia e permane a tutt’oggi.          

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