“Sono fiducioso perché sento un’aria di rimonta”. Esordisce così nell’intervista del 21 gennaio a “Coffee Break”, trasmissione politica di punta di La 7, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, che corre alle prossime elezioni del 12 e 13 febbraio per la carica di presidente. Una sfida ardua, il titolare della salute ne è consapevole, sa che secondo i sondaggi dovrebbe recuperare molti punti ma si dichiara tranquillo nonostante il suo avversario di centrodestra Francesco Rocca in base alle previsioni abbia un discreto vantaggio. “Rocca è l’antico” sostiene D’Amato, rivelando però di non conoscere il programma del presidente della Croce Rossa dimissionario che ha rinunciato, in modo irrituale alla carica, “per preservare l’ente da strumentalizzazioni e non influenzare il voto da una posizione di vantaggio”. Elemento di riflessione della campagna elettorale di D’Amato, il mancato accordo con il M5s “I pentastellati sono nel governo regionale ma hanno rifiutato l’accordo elettorale con noi e questo è un paradosso – attacca – ma il 12 e 13 febbraio i cittadini potranno decidere e io mi rivolgo a tutti”, alludendo alla possibilità di voto disgiunto. Oltre agli obiettivi del programma sulla sanità, relativi al potenziamento della medicina territoriale, dell’assistenza domiciliare che vorrebbe portare al 10%, alla digitalizzazione spinta, l’assessore (ancora in carica) fa riferimento alle aree protette da estendere e alle questioni climatiche, temi su cui evidenzia una netta cesura rispetto al centrodestra. Mette al centro il cavallo di battaglia della campagna elettorale: l’Economia del mare che vale il 9% della ricchezza regionale e consentirebbe al Lazio di “Crescere e competere con il resto d’Europa” specie se si pensa a progetti relativi agli “Hub importanti, settore da sviluppare”, con evidente riferimento al potenziamento dei porti, investimento che mette in moto notevoli risorse. D’Amato accenna inoltre alle “Scienze della vita e alla farmaceutica, settori da implementare”, poli importanti nel Lazio nell’area intorno a Pomezia e nel frusinate. Annuncia provvedimenti in aiuto degli over 70, con l’esenzione dal pagamento dei mezzi pubblici di trasporto e punta inoltre su una emergenza manifestatasi in modo prepotente negli ultimi tempi, proponendo un “Piano regionale per la sicurezza stradale che allinei il Lazio al Nord Europa e alla Spagna”. Alla imbarazzante domanda del giornalista Fabio Martini de “La Stampa”, che allude allo “Sguardo benevolo sulla sanità convenzionata e religiosa dimostrato da questa amministrazione e ai progetti per la sanità pubblica” di cui D’Amato si occupa dal 2013, l’assessore non ha dubbi, è il governo a dover essere investito del problema, potenziando gli investimenti. “Sono 15 anni che non si investe – incalza – nel Lazio abbiamo previsto il finanziamento di sei nuovi ospedali da nord a sud” ricordando il progetto in itinere del nosocomio di Tivoli. Poi lancia la bomba, l’idea che sta facendo discutere da mesi esperti del settore e cittadini: la creazione di una “Cittadella della salute al Forlanini” ospedale chiuso proprio dalla giunta Zingaretti, con D’Amato assessore, il 30 giugno 2015. All’interno della cosiddetta cittadella, dovrebbe avere la sua sede il Bambino Gesù trasferito dalla inadeguata sede attuale del Gianicolo e questo obbligherebbe la struttura ad assumere lo status di area extraterritoriale. Una partita tutta da definire, così come è da definire “l’affaire Amazzonia”, ovvero la condanna a risarcire la Regione Lazio per un importo pari a 275mila euro che, secondo i giudici della Corte dei conti, D’Amato avrebbe utilizzato 16 anni fa in modo improprio, non destinando i fondi ai difensori della lontana foresta ma alla propria campagna elettorale. Una vicenda per cui l’assessore si dichiara sereno, meditando di presentare appello.

 

 

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