D’Amato: “San Michele cittadella sociosanitaria”

Cinque nuove strutture, tra case e un ospedale di comunità, più una centrale operativa territoriale. Queste, in sintesi, le realizzazioni legate ai fondi europei provenienti dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) Missione 6 Salute, che dovrebbero atterrare nel distretto 8 della Asl Roma 2 (Ostiense Ardeatino), come annunciato dal direttore sanitario della stessa azienda Giuseppe Gambale, nella riunione del 18 maggio presso l’Istituto romano San Michele.  Non si conosce l’entità delle risorse assegnate, né la tempistica per l’attivazione dei nuovi presidi, che comunque non dovrà superare i 36 mesi – durata massima per l’erogazione dei fondi – ed è affidata alla supervisione dell’Agenas, agenzia per i servizi sanitari regionali. E spunta anche una “cittadella per l’integrazione sociosanitaria” che, nelle idee dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato presente all’incontro, potrebbe trovare sede proprio negli storici edifici della ex Ipab di largo Tosti: una superficie di 120 mila metri quadrati e 12 padiglioni, alcuni dei quali sottoutilizzati. Una progettualità cara alla Regione Lazio quella della piccola città, proposta varie volte in multiformi declinazioni a tutt’oggi senza esito, per altri immobili di proprietà abbandonati o sottoutilizzati. Anche per i servizi in fase di attivazione, secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale 71 che rappresenta l’ossatura del Pnrr, si è utilizzato il criterio del recupero di strutture esistenti, senza edificare nuove superfici con conseguente consumo di suolo.  Una delle case di comunità sarà collocata in un edificio in via Casale de Merode, entrato nell’immaginario collettivo come “lo scheletro”, perché rimasto per decenni incompiuto e inutilizzato. Altri servizi prenderanno posto in via San Nemesio, tra cui una casa di comunità che avrà funzione di raccordo con gli altri presidi mentre il centro di coordinamento, nella palazzina di fronte al Cto Alesini, sarà a completa gestione infermieristica. Filo conduttore di tutto l’incontro, promosso dall’assessora alle Politiche Sociali dell’VIII Municipio Alessandra Aluigi – e favorito dalla disponibilità della presidente della ex Ipab San Michele Livia Turco – la necessità di dare concretezza a una legge, la 328 del 2000 sulla integrazione sociosanitaria, sostenuta fortemente proprio dalla presidente, già parlamentare del Pd e che, nonostante numerose norme di recepimento della Regione Lazio, nel territorio non ha ancora trovato piena attuazione. “Sarà necessaria una forte intesa tra tutti gli attori locali e dobbiamo riuscire nell’intento”, ha esordito nel suo intervento Monica Moriconi, delegata del sindaco Roberto Gualtieri ai rapporti con la Asl Roma 2. E può essere l’unica strada praticabile per garantire un’assistenza a tutto tondo, in una Asl molto estesa, con 1 milione 300mila assistiti e 6 municipi afferenti, tra cui alcuni con notevoli problemi sociali e assistenziali. Molto è il lavoro da fare, considerati i precedenti di una sanità che, come rilevato dall’assessore D’Amato “ha visto negli anni passati una forte prevalenza del ministero dell’Economia impegnato a garantire gli equilibri economico finanziari a discapito di molti servizi sanitari”. Non secondaria, l’atavica carenza di figure professionali essenziali, quali infermieri e operatori sociosanitari su cui “si dovrà avviare un’importante percorso di formazione”, secondo il titolare della sanità regionale.  (Nella foto: il retro dell’edificio centrale del San Michele)

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