Anche con il diabete di tipo 1 si possono assumere compiti di responsabilità sul lavoro. Con sentenza 90/2023 del 24 aprile 2023, la Corte d’appello di Genova ha confermato il giudizio di primo grado, nella causa intentata da Chiara, una giovane che aspirava al ruolo di capostazione, negatole da Rete ferroviaria italiana, perché affetta dalla patologia. La Corte ha indicato che anche una persona con diabete tipo 1, in condizioni di controllo ottimale della malattia, gestita con idonei dispositivi medici che sostanzialmente annullano il rischio di ipoglicemia, ha diritto a svolgere ruoli delicati come quello di capostazione. La vicenda risale a poco più di un anno fa, quando Rfi, società che gestisce le infrastrutture ferroviarie, inibì l’avanzamento di carriera della dipendente e l’Inps decretò l’inidoneità alla nomina. “La sentenza è un risultato fondamentale, frutto della determinazione, della sinergia e piena collaborazione tra pazienti, medici, e associazioni”, ha dichiarato Emilio Augusto Benini, presidente nazionale Fand – Associazione italiana diabetici, precisando che una persona con diabete, anche se indossa un microinfusore di insulina o deve ogni tanto controllarsi la glicemia, non è di certo impedita nello svolgimento al meglio del proprio lavoro, anche il più complesso. Una vittoria di chi, uguale agli altri, è stato assimilato a un diverso solo perché ha un gestibile impedimento determinato dalle condizioni di salute. Come evidenzia il consigliere e legale della Fand Michele Nannei, che insieme alla collega Tiziana Blengino ha assistito Chiara: “Siamo di fronte a un passaggio storico il cui messaggio è chiaro: se la persona si cura con attenzione e ha accesso alla più recente tecnologia disponibile, l’accesso ai posti di lavoro non può essere limitato o, peggio ancora, precluso”. Un plauso alla sentenza è stato espresso anche da Giuseppe Borrello, presidente della Federazione nazionale diabete giovanile, federata Fand, a cui Chiara è iscritta.

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