Direttori, 32 obiettivi e mete raggiungibili

sirene febbraio-copertinaI direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere, freschi di nomina con contratto triennale, si stanno insediando in queste ore e non manca chi già tira loro la giacchetta. Staranno già pensando alle squadre di collaboratori che ci auguriamo, possano essere tutti individuati tra le risorse interne. Si attende ancora l’incarico per i direttori di grandi aziende ospedaliere, istituti di ricerca, ospedali universitari. Tra i nuovi arrivati ci sono prestigiosi professionisti, con una solida esperienza alle spalle e più fresche e promettenti risorse che speriamo possano riservarci piacevoli sorprese. Ai direttori sono stati affidati obiettivi diversificati, secondo lo specifico delle aziende che andranno ad amministrare. Sono 32 le voci su cui si dovranno impegnare. In particolare: la “rimodulazione” dei posti letto di area chirurgica e medica per ridurre le attese in pronto soccorso, l’attivazione delle Case della Salute, i tempi contingentati per assistere particolari patologie, la riduzione degli eventi avversi, la sospensione dell’intramoenia se i tempi di attesa di prestazioni in regime ordinario si allungano, il contenimento della spesa farmaceutica. Per l’azienda di emergenza 118 si chiede il miglioramento del servizio di elisoccorso, con ulteriori risorse per le piste di atterraggio, per compensare la chiusura di diversi ospedali in provincia, con una spesa di circa 7000 euro a decollo.  Nel formulare a tutti loro il nostro augurio di buon lavoro, ci permettiamo alcuni suggerimenti pratici che potrebbero sembrare superflui per quanto ovvi.

Gli utenti della sanità vogliono cose semplici ma essenziali dai propri amministratori: un’informazione adeguata, un’accoglienza umana, prestazioni in tempi ragionevoli, ospedali con accettabili standard qualitativi, presidi territoriali in grado di arginare il significativo taglio ai servizi e ai posti letto ospedalieri. Sarebbe bene non imbarcarsi in progetti ambiziosi che, per forza di cose restano poi lettera morta. Sarebbe bene andare ogni tanto, magari in incognito, nei luoghi in cui la gente lotta ogni giorno per non veder calpestati i propri diritti: ambulatori, cup, uffici amministrativi, servizi di salute mentale, presidi territoriali nell’estrema periferia della città. Oppure fare un giro in ospedali disorganizzati, osservare i volti smarriti degli anziani che girano a vuoto senza alcuna indicazione, toccare con mano le vere questioni da affrontare, i problemi da risolvere, le reali risposte che l’utenza si attende. è un compito che non richiede ingenti impegni economici, defatiganti trattative sindacali, insostenibili gare di appalto o esosi contratti. Al di là dell’appartenenza politica, il giudizio dei cittadini si orienterà sulle cose concrete che saranno realizzate. Per la gente, insieme alla gente. E fra 18 mesi la verifica periodica, sperando almeno in un 7 in pagella.

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