Don Perego: “Migrazioni, segno dei tempi”

donperegoGiancarlo Perego, direttore di ‘Migrantes,’ parla della salute dei migranti e dell’accesso ai servizi

di Andrea Ugolini

Ferrara, una diocesi difficile. Forse il suo arrivo qui non è casuale

Ogni Diocesi in Italia presenta le sue ricchezze e povertà, la sua stanchezza e la sua forza nella testimonianza della fede. La diocesi di Ferrara presenta una ricchezza non solo di storia, ma anche di testimonianza della fede, di spiritualità – in città ci sono ben tre monasteri di clausura – accanto a paure e debolezze, anche nella lettura del mondo migrante nei suoi diversi volti, come anche i fatti di Goro hanno testimoniato. Un Vescovo è chiamato ad aiutare i propri fedeli a leggere i ‘segni dei tempi’, tra cui oggi le migrazioni.

Sarà possibile valorizzare l’identità dei migranti in un clima di pacifica convivenza?

La sfida oggi è considerare, in Italia come in Europa, i migranti come una risorsa, creando condizioni e attenzioni alla partecipazione attiva alla vita del Paese (in questo senso va la proposta di legge sul diritto di voto amministrativo), alla promozione della cittadinanza (è l’altra proposta di legge ferma in Parlamento), della libertà religiosa, alla tutela della famiglia, facilitando i ricongiungimenti, la promozione dell’associazionismo. Tutto ciò favorisce incontro, rispetto, convivenza, superando paure e pregiudizi.

Che difficoltà incontrano i migranti nell’accesso alle cure e come rispondono le istituzioni?

Purtroppo la legge Bossi-Fini è incentrata più sulla sicurezza che sull’accompagnamento all’integrazione. Ciò porta le persone a essere lasciate sole dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno. Mancano figure e strumenti di accompagnamento ai servizi sociali e sanitari, indebolendo così la tutela dei migranti e la sicurezza sociale sul territorio.

Servono rassicurazioni sulla ipotetica diffusione di malattie infettive. Quale supporto psicologico servirebbe per chi affronta i viaggi della speranza?

E’ dimostrato che il migrante è normalmente una persona sana. A maggior ragione il richiedente asilo e Rifugiato che oggi arriva in Italia dopo un viaggio nel deserto non può che essere una persona sana: i malati non possono partire o muoiono nel viaggio. Le malattie riscontrate sono legate a disidratazione, alle vie respiratorie e alla mancanza di pulizia. Le violenze che subiscono, soprattutto le donne, i traumi di guerra chiederebbero un maggior supporto psicologico, che spesso nei centri di accoglienza straordinaria manca, tranne alcune eccezioni.

Ultimo, non per importanza, il problema dei minori non accompagnati. Come accelerare l’inserimento scolastico favorendone protezione e cura?

Serve una legge, oggi presentata in Parlamento, che rafforzi la figura del tutore, favorisca l’associazionismo familiare e la formazione delle famiglie all’accoglienza di un adolescente, che nel 90% dei casi ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. Oggi l’80% dei minori non accompagnati sbarcati sulle nostre coste vive in realtà che somigliano più ai vecchi orfanotrofi che alle case famiglia.

Il personaggio

Cremonese, attento ai temi sociali, guida la Fondazione Migrantes dal 2009 ed è direttore dell’omonima rivista. Sostiene l’allargamento del diritto di cittadinanza agli immigrati e la centralità della persona. Nominato di recente arcivescovo di Ferrara-Comacchio, si troverà di fronte la popolazione di Goro e Gorino che nello scorso ottobre si mobilitò contro l’arrivo di otto profughe e i loro bambini, sulla cui vicenda si espresse severamente.

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