Donazione “samaritana”: una catena di altruismo
Padova: un rene da persona sana trapiantato a uno sconosciuto, in forma gratuita e anonima
Una bella storia, che ci introduce al Natale con un po’ più di serenità, rispetto alle angosce che ci propina costantemente questo nostro terribile tempo. La notizia arriva dalla sanità dove, come è noto, ogni giorno ha la sua pena. Nel caso di Padova, Bologna e L’Aquila, la vicenda nata da una catena virtuosa esprime solo gioia, unita a “generosità, scienza, preparazione clinica, perfetto sincronismo tra più Centri Trapianto”, ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Si tratta della cosiddetta donazione “samaritana”, che parte da una persona in perfette condizioni di salute, che si sottopone a un prelievo di rene per destinarlo non a un proprio familiare o amico ma a uno sconosciuto in lista d’attesa per il trapianto. Il tutto in forma totalmente gratuita e anonima e in Italia non è un caso frequente. Dal 2015 è la nona volta che ciò accade e tutto è partito dal Centro trapianti rene e pancreas dell’Azienda Ospedale Università di Padova, al quale il donatore samaritano si è rivolto, affidando il suo rene alla Rete nazionale trapianti, permettendo così di salvare tre pazienti, a Padova, Bologna e L’Aquila. La notizia è stata diffusa il 17 dicembre. Il rene del samaritano è stato assegnato a un paziente in cura presso il Centro trapianti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Un familiare del ricevente aquilano – incompatibile con quest’ultimo – ha donato a sua volta un rene che è stato assegnato a un paziente del Centro trapianti di rene del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Anche in questo caso un familiare del trapiantato ha donato un rene che è stato destinato a un paziente iscritto nella lista d’attesa ordinaria presso il Centro trapianti di Padova, dando così vita alla catena di donazioni che si è chiusa con la realizzazione di tre trapianti, tutti perfettamente riusciti. “Una catena – aggiunge Zaia – resa possibile dallo straordinario sincronismo con il quale hanno lavorato ben 110 operatori sanitari coinvolti tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del Centro nazionale trapianti diretto da un altro grande veneto come il dottor Giuseppe Feltrin, i coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna”. Chiamata, in straniante gergo tecnico “atto supererogatorio”, la donazione samaritana è attualmente ammessa in Paesi europei quali la Spagna, l’Olanda e il Regno Unito, e negli Stati Uniti. Una catena di altruismo, dal cui primo anello, il donatore di Padova, sono partite parole illuminanti. “Scegliere di donare è una scelta di fiducia, costa poco – ha raccontato – a me è spettato l’onore di dare il calcio d’inizio ma per questa vittoria abbiamo giocato in tanti”. Una squadra vincente che, c’è da augurarsi, possa tornare ben presto ad assaporare nuove vittorie. (Nella foto: Luca Zaia)