Sanità sempre più esternalizzata. Dopo i medici “a gettone”, è la volta degli infermieri, per sopperire a carenze che senza un serio piano di reclutamento non potranno essere compensate se non con il ricorso a operatori appaltati. Lo rende noto il segretario nazionale Ugl Salute Gianluca Giuliano (nella foto), che in un comunicato lancia l’allarme. “Non arretreremo un centimetro sulla nostra battaglia contro le esternalizzazioni. Il fatto che, dopo i medici, anche per gli infermieri sia sempre più usuale il ricorso ai gettonisti tramite cooperative, è l’assoluto contrario di ciò che chiediamo con forza per far cambiare rotta al disastrato Servizio sanitario nazionale”. Una deriva difficilmente arginabile, se si pensa che le norme per le assunzioni sono vincolate a un tetto di spesa che fa riferimento a venti anni fa e non è stato mai adeguato. Per questo, il segretario parla di “soluzioni inaccettabili, per cui si rischia di trascinare sempre più a fondo la nostra sanità”. Il paradosso è legato alle alte remunerazioni di questi professionisti ingaggiati dalle cooperative, che spesso arrivano quasi al doppio degli stipendi di chi è contrattualizzato. Per questo, secondo il sindacalista, “c’è da immaginare che tanti professionisti possano guardare con interesse a rapporti di lavoro che, sebbene senza adeguate garanzie, propongono guadagni di gran lunga maggiori”. Balza agli occhi così l’annoso problema legato alle retribuzioni degli operatori sanitari italiani. Gli infermieri, in una ipotetica graduatoria con i colleghi europei, sono nettamente in svantaggio, trovandosi ampiamente al di sotto della media delle retribuzioni rispetto ai professionisti oltre confine. Elemento determinante, secondo Giuliano, perché “la fila degli infermieri si assottigli sempre di più, tra le offerte vantaggiose di altre nazioni e prestazioni a gettone pagate a suon di euro, svuotando inesorabilmente gli organici con un ulteriore peggioramento della qualità delle cure per i cittadini”. Per questo è necessario un intervento immediato “che renda attrattive le professioni sanitarie attraverso un’adeguata programmazione che blocchi una deriva pericolosissima, la nostra sanità, svuotata di professionisti, non potrà avere futuro” conclude Giuliano.

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