Dopo la conferenza stampa del 17 luglio, con cui il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha annunciato l’imponente piano di investimenti in edilizia sanitaria pari a 1 miliardo e 171 milioni, è arrivato il previsto strascico di polemiche. Un botta e risposta a cui gli esponenti della maggioranza in Consiglio regionale hanno ribattuto punto per punto. Per primo, l’ex assessore alla Sanità della giunta Zingaretti Alessio D’Amato – ora esponente di Azione – ha parlato di un piano che “al 90 per cento si rifà a interventi già programmati un anno fa” e cita la delibera della giunta regionale del 21 giugno 2022 e quella di pochi mesi dopo, 6 settembre 2022, attuative dell’articolo 20 della legge 67 del 1988 sull’edilizia sanitaria, terza e quarta fase. Una normativa che sta dispiegando i propri effetti da decenni e da cui, tutte le amministrazioni regionali che si sono succedute, hanno attinto finanziamenti, al di là di rivendicazioni di paternità da parte di ciascuna. Perplessità sulle finanze regionali, sono state espresse dalla consigliera del Pd Emanuela Droghei, vicepresidente della commissione Bilancio della Pisana, che ha messo in rilievo le presunte contraddizioni tra un massiccio piano di investimenti annunciato da Rocca e le difficoltà delle casse regionali evidenziate dall’assessore Giancarlo Righini. A cui ha prontamente replicato il presidente della commissione Bilancio Marco Bertucci: “Il piano da 1 miliardo e 171 milioni di euro, che orgogliosamente sottolineiamo essere il più grande piano investimenti della storia della Regione Lazio – ha esordito l’esponente di Fratelli d’Italia – sarà realizzato utilizzando risorse non impegnate e non spese negli anni precedenti, fondi statali in conto capitale non utilizzabili per legge per coprire buchi di bilancio né tantomeno per il personale. Investimenti che andranno a cambiare il volto della nostra sanità dal punto di vista strutturale”. Uguale preoccupazione per le finanze regionali, è stata espressa dal gruppo M5s del Lazio, i cui esponenti in un comunicato parlano di “contraddizione sui numeri del bilancio”, evocando il giudizio di parifica, temuto strumento di controllo di cui si avvale la Corte dei conti per monitorare l’azione dell’ente locale. “I soldi ci sono o non ci sono?” si chiedono i pentastellati, intenzionati a chiedere audizione in commissione congiunta Sanità e Bilancio, per “avere trasparenza e responsabilità nella gestione dei soldi pubblici”. Puntuale arriva la precisazione di Bertucci, che dovrebbe sgombrare il campo da ogni equivoco. “Continuiamo a pagare la gestione insufficiente della sanità da parte della giunta a guida Pd-M5s – attacca il presidente della commissione Bilancio – e ha ragione l’assessore Righini a essere preoccupato della situazione finanziaria. Questa situazione, tuttavia, non riguarda gli investimenti del piano sanitario presentati dal presidente Rocca”. La legge 67 del 1988, pozzo senza fondo per l’edilizia sanitaria, per anni ha dispiegato i propri effetti e non mancherà anche questa volta, di soccorrere le finanze regionali, per l’eterno cantiere che accende le speranze di tutti gli schieramenti, per una ripresa del settore.

 

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