Farmacap: si attende il piano industriale
Un tempo era una florida azienda sociosanitaria del Comune di Roma: dal 1997, anno in cui fu creata, aprì in breve tempo 44 esercizi, diffusi in tutta la città, con una forte concentrazione nei quartieri periferici a sud est della capitale. Vendeva farmaci a prezzi calmierati e offriva servizi aggiuntivi ai cittadini, specie quelli più fragili e in difficoltà economiche. Oggi tutto questo non c’è più. Senza esagerare, si può dire che la Farmacap è in liquidazione, a meno che un piano industriale oculato non ne risollevi le sorti. I numeri sono impietosi: 44 farmacie con 360 dipendenti che rischiano il posto e 15 milioni di deficit, con crediti verso il comune per 4 milioni e la regione per ben 12 milioni di euro. Roma Capitale ha preso di petto la questione ma ad oggi, non sembrano emergere soluzioni idonee a salvare questa realtà. Si è fatto il passo più lungo della gamba? Si è puntato su una mission che travalicava gli indirizzi statutari? A quanto pare la barca navigava da tempo in mare aperto. Non è mai esistito un sistema di controllo di gestione né una commissione di vigilanza prevista dal contratto di servizio. Sono campati in aria perfino i numeri dell’inventario: quello reale ammonta a 4,5 milioni contro i 9 dichiarati dall’amministrazione, con 500mila euro di farmaci scaduti. I primi di marzo si è proceduto alla nomina di un commissario poi sono stati approvati i bilanci 2010, 2011, 2012, con lo sblocco di liquidità per 15 milioni di euro. Ora si attende un piano industriale credibile del vertice aziendale. Se da parte comunale gli intenti, almeno nelle dichiarazioni del competente assessore Rita Cutini, sono quelli di “non svendere né chiudere quello che per noi è un asset del comune”, non tutti i consiglieri capitolini sono dello stesso avviso. Per Riccardo Magi, radicale della lista Civica Marino e unico voto contrario in assemblea, “Votare il rifinanziamento di Farmacap è una follia”. Secondo il consigliere il ruolo dell’azienda appare del tutto decaduto: “La ‘mission’ di Farmacap doveva essere quella di portare farmaci dove il privato non sarebbe mai arrivato. Al contrario – continua – le farmacie comunali sono ovunque, anche nel centro storico, con affitti altissimi e costi di ristrutturazioni che nel 2011 erano arrivati a 8 milioni di euro”. Per questo motivo Magi ha chiesto la sospensiva della discussione e la formulazione di un parere circostanziato del segretariato generale “perché la legge vieta la ricapitalizzazione di società partecipate che abbiano registrato perdite per tre esercizi consecutivi”.