Sta entrando sempre più nella grande famiglia dei farmaci, è adottato ormai significativamente in molte regioni ma il suo utilizzo desta ancora qualche perplessità in molti casi. Si tratta del farmaco biosimilare una specialità che, a differenza di quello da cui origina, non è coperto da brevetto ma assicura in ogni caso la qualità delle cure, consentendo di abbreviare tempi e costi di somministrazione. Ė quanto è emerso nel corso dell’evento del 19 gennaio “Biosimilari una soluzione a garanzia dell’equità e acceso alle cure”, promosso da Motore Sanità, ente no-profit che opera nell’ambito della ricerca scientifica e della divulgazione. Come è stato sottolineato nel corso del dibattito, il biosimilare è spesso impropriamente declassato a farmaco di serie B, sebbene sia sottoposto a verifiche da parte dell’Ema, agenzia europea per i medicinali e approvato soltanto se dimostri sicurezza ed efficacia al pari del prodotto da cui origina. Si è sottolineato altresì, come la scelta finale sulla somministrazione spetti al medico in piena autonomia, una decisione clinica affidata al medico e concordata con il paziente, come emerge dagli interventi. “La scadenza dei brevetti dei farmaci biologici e l’introduzione sul mercato dei biosimilari offre un’importante opportunità per il Servizio Sanitario Nazionale”, ha dichiarato Claudio Jommi, professore ordinario in Management, università degli studi del Piemonte Orientale, a cui si sono associate le voci dei rappresentanti delle associazioni di malati: Valeria Corazza presidente dell’associazione malati psoriasici (Apiafco) e Silvia Tonolo, omologa per l’associazione malati reumatici (Anmar). Ė emerso, durante la discussione, il diritto dei pazienti alle cure migliori, così come sono presenti perplessità relative “alla bassa adozione dei biosimilari a cui si associa il mancato reinvestimento dei risparmi ottenuti nel sistema sanitario”. Nessun dubbio sulla importante opportunità offerta al Servizio sanitario nazionale dalla introduzione sul mercato dei biosimilari, una innovazione che incontra il favore di specialisti e pazienti, a patto che si proceda a “una revisione del sistema – precisa Tonolo – per garantire un accesso appropriato e tempestivo ai biosimilari”. Le fa eco il consigliere della Lombardia Emanuele Monti, membro della commissione Sanità in Consiglio regionale. “I biosimilari rappresentano una grande opportunità per la sostenibilità dei sistemi sanitari, consentendo il trattamento di un numero maggiore di pazienti con cure efficaci e sicure” sostiene l’esponente della Lega, rappresentante di un territorio in cui nel 2020 la quota di mercato dei biosimilari si è attestata al 48,6% superiore alla media nazionale. Concorda la collega Lisa Noja, che punta sulla riduzione dei prezzi in campo farmaceutico. “I biosimilari, potenziando i meccanismi di mercato di riduzione dei prezzi, contribuiscono a risparmi che non compromettono in alcun modo la qualità delle cure”, chiarisce l’esponente di Azione-Italia Viva, focalizzando l’attenzione sulle risorse che sprigionano, da investire nell’innovazione terapeutica e nella tutela dell’accesso universale a nuovi farmaci. (Agr)

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