Farmaci: “E’ una mini rivoluzione”

Delisting: è il nome della piccola rivoluzione dei farmaci di fascia C, a totale carico del cittadino, che potranno essere acquistati nei grandi punti vendita e nelle farmacie non convenzionate. Le reazioni sono contrastanti. Alla soddisfazione dei farmacisti storici, che danno atto al ministero della salute e all’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) di “aver operato la scelta dei farmaci con molto equilibrio”, fa da contraltare l’insoddisfazione dei professionisti del campo avverso. “La montagna ha partorito il topolino” commenta il presidente della Federazione farmacie non convenzionate, Giuseppe Scioscia. “Non capiamo quali criteri siano stati adottati per stilare una simile lista: si portano in parafarmacia una manciata di prodotti in larga parte già nelle nostre disponibilità”. E continua, precisando che tali esercizi operano nel pieno rispetto degli standard adottati per le farmacie, insinuando il sospetto di  discriminazione. “Purtroppo neanche il governo dei tecnici e’ stato in grado di vincere i medievali privilegi dei titolari di farmacia privata Italiana”. Il decreto del 18 aprile, in linea con il “Salva-Italia” di Mario Monti, dà attuazione a quanto previsto dall’articolo 32 di quel provvedimento, in relazione al regime di vendita dei medicinali appartenenti alla classe C. Così nel corner di un ipercoop, potremo entro breve trovare medicinali contro l’herpes labiale, antinfiammatori per uso topico, colliri, prodotti per la circolazione, antimicotici locali e similari. La lista completa è pubblicata sulla Gazzetta ufficiale serie generale n. 97 del 26 aprile 2012 ed enumera le specialità ad esclusiva vendita nelle farmacie su prescrizione medica, indica i medicinali estrapolati dalla lista e ulteriori medicamenti che, provvisoriamente, abbisognano di ricetta medica in attesa che la commissione consultiva tecnico-scientifica dell’Aifa sciolga o meno la riserva. Scetticismo anche da parte dei rappresentanti di catene della grande distribuzione. “Al netto – comunica una nota della Coop – soltanto 136 farmaci saranno disponibili, appena il 6 per cento delle vendite della fascia C. Per i consumatori non sarà certo una boccata d’ossigeno, si è rinunciato a una possibile riduzione dei prezzi pari a 250 milioni”. E non finisce qui. Sembra che il regolamento attuativo del decreto, fissi per i punti vendita standard qualitativi pari a quelli di una farmacia tradizionale, con aggravio di costi di investimento e di gestione.

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