Federanziani: “Sì al fondo per non autosufficienza”
Appello al governo Monti di Federanziani. “Il sociale in Italia è in ginocchio – dichiara il presidente Roberto Messina – è necessario che l’esecutivo dia un concreto sostegno alla non autosufficienza, prima causa di impoverimento in Italia, dopo la perdita del lavoro”. L’amara verità emerge da una recente ricerca del centro studi “Sic Sanità in cifre” che fa capo alla combattiva associazione. Sotto la lente d’ingrandimento la progressiva riduzione delle risorse che, causa le ultime manovre – fino alla correttiva di luglio – in tre anni si sono assottigliate dell’80%. A picco i fondi statali: quello per le politiche sociali è sceso dai 929 milioni del 2008 a 273 milioni, le risorse per la famiglia sono passate da 346 milioni a 51, quelle per le politiche giovanili da 137 milioni a 12, mentre il fondo per l’affitto da 205 milioni è stato progressivamente ridotto fino ai 32 milioni di quest’anno. I finanziamenti per l’infanzia, l’inclusione degli immigrati e, soprattutto, per la non autosufficienza sono stati addirittura azzerati. Complessivamente la spesa statale sociale è scesa da 2,5 miliardi a poco più di 500 milioni all’anno. “Proponiamo l’istituzione presso l’Inps di un nuovo fondo per la non autosufficienza – continua Messina – che sostituisca l’indennità di accompagnamento e la creazione di buoni servizio da utilizzare per le spese di assistenza personale, domiciliare o retta per le Rsa (residenze assistenziali), così da consentire alle famiglie la scelta degli operatori idonei ad assistere i congiunti. Le Regioni ne regolerebbero gli aspetti amministrativi e avrebbero facoltà di accreditamento e autorizzazione di questi ultimi”. Il centro studi stima inoltre gli effetti del fondo sulla spesa pubblica: sarebbe assicurato alle casse pubbliche un risparmio di 14,5 miliardi di euro in termini di minori oneri e maggiori entrate, relativo a minori spese dei comuni per servizi domiciliari e quote sociali Rsa, entrate fiscali e contributive per la regolarizzazione di 500 mila badanti, riduzione dei ricoveri impropri e inoltre minori costi di gestione Inps e recupero dei permessi parentali”.