Fedir sanità, ricette per una Pa moderna
Fedir Sanità chiede al presidente del Consiglio Renzi una semplice legge per evitare il cumulo degli incarichi pubblici, perché si agisca con la trasparenza e premiando il merito, per evitare il proliferare di doppi, tripli e multipli incarichi profumatamente retribuiti, per abolire le consulenze di esperti già in pensione, lasciando il posto ai giovani. I pensionati potrebbero mettere a frutto la propria competenza, affiancando i giovani assunti con attività di tutoraggio e docenza assolutamente gratuiti. Se questi punti diventassero legge – sostiene un comunicato Fedir – eviteremmo incarichi conferiti sempre alle stesse persone, in spregio alla trasparenza e al merito, sconfiggeremmo una volta per tutte i conflitti di interesse favorendo l’ingresso dei giovani nei posti di lavoro.
Ci auguriamo – continua Fedir – che Renzi, che ha fatto espliciti riferimenti a una revisione delle posizioni dirigenziali nella pubblica amministrazione, compia il miracolo buttando fuori la politica dalla cosa pubblica, interrompendo posizioni di privilegio finora intoccabili.
Il sindacato della dirigenza plaude inoltre alla conferma del ministro Beatrice Lorenzin alla Salute, auspicando continuità al disegno di management sanitario per una revisione dell’assetto normativo della dirigenza del Servizio sanitario nazionale. A tal fine, l’organizzazione rileva due punti di criticità che “vanno risolte quanto prima per dare una vera svolta alla governance del servizio”.
In primis l’ibrida figura del direttore generale delle Asl, unica in tutto il panorama del pubblico impiego, che assomma in sé sia i poteri propri dell’organo di indirizzo politico amministrativo, sia quelli di gestione. Questi ultimi attribuiti solo con delega ai dirigenti. I poteri di gestione, come avviene per il resto della dirigenza pubblica, dovrebbero essere prerogativa esclusiva dei dirigenti della Sanità che così hanno un ruolo debole che spiega, in gran parte, la corruzione del settore. In secondo luogo, la mancanza di uno status specifico della dirigenza per cui, frequentemente, la gestione delle strutture sanitarie viene affidata a personale sanitario distolto da specifiche funzioni di prevenzione, diagnosi e cura. Si pensi inoltre che la dirigenza tecnico/amministrativa viene assegnata alle strutture senza tenere in conto gli specifici percorsi professionali ed esperienze acquisite, in nome di un non ben declinato principio di rotazione degli incarichi. Ciò pone un problema di idoneità e qualificazione, rendendo necessari percorsi formativi mirati.
“L’auspicio – spiega il segretario di Fedir Sanità, Antonio Travia – è che venga presa in considerazione la condizione della dirigenza amministrativa e tecnica, in questi anni molto indebolita, pur rivestendo, di fatto, un ruolo di grande responsabilità”.