Fiaccolata di “luci sulla sanità” a Frosinone: “I nostri servizi non possono essere distrutti”
Sono scesi in strada in tremila, hanno acceso la fiaccola illuminando le vie di Frosinone. Una manifestazione densa di rabbia, seppure contenuta, per stabilire una volta per tutte che sui diritti non si transige e che la sanità a Frosinone deve funzionare. Sindaci, associazioni, sindacati, perfino l’appoggio della Curia. Più di così non si potrebbe. Persone arrivate da ogni angolo della Ciociaria: Alatri, Sora, Cassino, Anagni, località che vedono la minaccia concreta di veder sparire i propri ospedali. “Zingaretti condanna a morte la Ciociaria” è stato lo slogan ricorrente di questa manifestazione che segue una levata di scudi dei sindaci che fin dall’inizio dell’estate manifestano, anche in modo plateale con scioperi della fame e cortei il proprio dissenso sulla politica sanitaria portata avanti dalla Regione Lazio. E da domani l’attenzione si concentra su nuovo piano aziendale della Asl di Frosinone, documento di organizzazione che, secondo i cittadini e i lavoratori dovrebbe rappresentare un cambio di rotta: aumento dei posti letto, potenziamento delle strutture esistenti e del personale medico ed infermieristico; dipartimento di emergenza di secondo livello (ad alta intensità di cure) per Frosinone e di primo per gli altri ospedali. Alla testa di questo movimento, il coordinamento delle associazioni di cittadini, motore di una protesta che vuole essere costruttiva, nonostante le ripetute accuse di immobilismo nei confronti del direttore generale dell’azienda sanitaria, Isabella Mastrobuono, di cui alcuni esponenti del Partito democratico hanno chiesto le dimissioni.