Focolaio di influenza aviaria a Ostia Antica

Non solo Covid: l’ombra lunga di un focolaio di influenza aviaria “sottotipo H5 HPAI”, colpisce un allevamento rurale avicolo di Ostia Antica. Ė quanto rilevato dal centro di referenza nazionale per la patologia, che ha risposto alla segnalazione degli allevatori allertando la Regione Lazio la quale, a sua volta, con una nota della direzione sanità, area promozione della salute e prevenzione, l’8 novembre ha comunicato agli enti interessati – tra cui i direttori generali delle Asl, i dipartimenti di prevenzione, di sanità animale, i parchi e aree protette – le raccomandazioni relative a misure straordinarie, che saranno in vigore per 21 giorni. Distrutte le carcasse dei volatili morti e disinfettati gli strumenti, è scattato immediatamente il cordone sanitario intorno alla zona interessata. Memori delle difficoltà emerse all’esplodere del Covid, i vertici regionali hanno innalzato il livello di allerta nel territorio regionale e raccomandato in primo luogo alle Asl di verificare la dotazione dei Dpi (Dispositivi di protezione individuale) e di personale “addetto alle attività di sorveglianza e di eventuale gestione delle emergenze”. Nella nota si raccomanda ai possessori di volatili di segnalare alle Asl competenti casi sospetti; particolari disposizioni sono state emanate per l’organizzazione di mercati e fiere in cui siano presenti volatili ed è richiesto il coordinamento dei servizi veterinari delle Asl con i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico di riferimento. L’area di protezione si estende a tre chilometri dall’allevamento mentre la sorveglianza si effettuerà nel raggio di 10 chilometri. Stringenti le misure di biosicurezza nella zona del focolaio e negli altri allevamenti a cui non si può accedere senza il controllo veterinario. Particolari indicazioni, nel “principio di massima precauzione”, sono indirizzate ai cacciatori, sulla base di disposizioni ministeriali che stabiliscono che gli stessi “nell’espletamento dell’attività venatoria adottino ogni possibile misura di protezione individuale e comportamenti responsabili al fine di evitare il possibile contatto con i virus influenzali”, così come sono vietati, nelle zone interessate, il trasporto di carne, pollame, mercati e fiere. Chiunque infranga le disposizioni sarà denunciato alla Autorità Giudiziaria, previ controlli effettuati dalla Asl Roma 3, competente per territorio, con il supporto dell’Istituto Zooprofilattico. Nel Lazio, l’ultimo caso di focolaio di aviaria rilevato risale al 2017 e fu registrato a Tivoli. L’aviaria, infezione virale molto contagiosa, interessa uccelli selvatici e domestici provocandone, in alcuni casi, la morte. Non risulta, nella maggior parte dei casi, contagio per gli esseri umani se non in rare occasioni di contatto diretto con gli animali colpiti – vivi o morti – e i fluidi da questi provenienti (feci, urine, saliva, secrezioni respiratorie) e con ambienti contaminati. Non risultano altresì pericoli di trasmissione attraverso il consumo di carni o uova, previa cottura a temperatura elevata, sopra i 70 gradi.

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