La Camera dei deputati ha bocciato la proposta di legge sostenuta dalla segretaria del Pd Elly Schlein, un provvedimento che tendeva a risanare economicamente il Servizio sanitario nazionale ma che era privo di qualsiasi copertura economica, elemento ben noto alla generalità dei parlamentari. Il provvedimento dem proponeva, per i prossimi cinque anni, un incremento graduale dei fondi al Servizio sanitario nazionale, fino a raggiungere nel 2028 un finanziamento non inferiore al 7,5% del Pil, lo stop al tetto di spesa per il personale – che risale addirittura al 2004 ovvero a 20 anni fa – e interventi sulla piaga delle liste d’attesa, con un robusto finanziamento per abbatterle. Non si è fatta attendere la reazione dei deputati democratici, tra cui Paolo Ciani, che nel suo intervento, partendo dal drammatico periodo della pandemia, che avrebbe dovuto segnare una svolta ponendo la sanità tra le prime emergenze del Paese, si è soffermato su quelle che il governo Meloni vede come priorità.  “I soldi per comprare i carri armati Leopard sono stati trovati – ha tuonato il deputato – per i centri di detenzione in Albania le risorse ci sono,  per sanare i debiti delle squadre di calcio non sono mancati, al contrario di quanto avviene per la sanità pubblica”. Al controcanto ha pensato il vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità Luciano Ciocchetti, che ha precisato: “L’opposizione diffonde la voce che il governo Meloni investa di meno sulla sanità ma non è così” e sfodera i numeri. “Il Movimento 5 stelle, quando parla di fondi stanziati in rapporto al Pil – precisa il deputato di Fratelli d’Italia – si riferisce al Prodotto interno lordo ai tempi del Covid, che era, per ovvi motivi drasticamente calato, esattamente di dieci punti. Per questo, il finanziamento dell’epoca di 200 miliardi risulta sovrastimato. Tornando a una realtà non alterata da gravi contingenze – continua Ciocchetti – si nota l’aumento del Fondo sanitario nazionale: con Draghi furono destinati alla sanità 129 miliardi, l’attuale esecutivo, con investimenti strutturali e non emergenziali, di miliardi alla sanità ne destina ben 134, pari al 6,7% del Pil. Senza la voragine provocata dal Superbonus, che è costata al Paese 220 miliardi, maggiori risorse per la sanità si sarebbero sicuramente trovate”. (Nell’immagine Palazzo Chigi)

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