Forlanini, Di Cola (Cgil): “La Regione è sparita”

Riprende l’iniziativa sul futuro dell’ospedale Forlanini e a farsi avanti è la Cgil di Roma e Lazio. Nell’evento online del 28 febbraio “Forlanini bene comune un patrimonio da restituire alla cittadinanza” – preparatorio di un incontro tra il sindacato e l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, in agenda il 2 marzo – il segretario della Cgil di Roma e Lazio Natale Di Cola non ha fatto sconti a nessuno, incasellando la vicenda dell’ex sanatorio tra gli esempi di “cattiva amministrazione”. L’ultimo atto ufficiale con cui il sindacato ha preso una netta posizione, è una lettera inviata al presidente Nicola Zingaretti il 27 dicembre scorso, con cui si chiedeva che il complesso chiuso dal 30 giugno 2015 e inutilizzato “ridiventi spazio pubblico”. L’istanza si inquadra in una politica di rilancio del servizio sanitario regionale, che negli ultimi decenni ha subito ferali colpi, causa tagli indiscriminati di posti letto e blocco delle assunzioni e su tale tema l’organizzazione ha le idee molto chiare. “Per l’ospedale chiuso abbiamo un progetto unitario a vocazione sociosanitaria che vede all’interno la realizzazione di una Rsa e di una casa della salute”, Pnrr permettendo. Le risorse provenienti dall’Europa sembra prendano tutt’altra direzione, piuttosto che puntare su strutture già esistenti da riconvertire. Da giorni si assiste a un tour nelle Asl romane e della provincia, in cui i vertici della Regione Lazio illustrano con grande enfasi la pioggia di investimenti Ue che starebbe per inondare nostri territori ma, più che presidi locali, ad avvantaggiarsi sarebbero i grandi ospedali, tra cui importanti strutture religiose. “Dobbiamo puntare a un rilancio delle strutture pubbliche al servizio dei cittadini ma purtroppo, nella vertenza Forlanini la Regione è sparita” lamenta Di Cola. Nel 2021, dopo alcuni mesi di trattative in un tavolo di concertazione tra Cgil, Regione Lazio, comitati cittadini tra cui “Forlanini bene comune proprietà pubblica” in campo da molti anni, si era arrivati alla definizione di un progetto per destinare a Rsa e casa della salute due edifici pertinenziali alla struttura. Si parlò anche di risorse reperite da fondi residuali di bilancio ma sono cambiati gli interlocutori e la trattativa è in stallo. Nelle previsioni del Piano di ripresa e resilienza – delibera di giunta regionale 1005 del 30 dicembre 2021 “Pnrr Missione 6-Sanità Reti di prossimità strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale. Investimenti identificazione delle strutture” – nessuno degli ospedali storici serrati da anni è individuato quale sede dei presidi previsti: piuttosto che investire sul Forlanini, ad esempio, si punta alla casa di comunità nel vicino poliambulatorio di via Ramazzini, di proprietà della Croce Rossa che dal 2012 è diventata ente privato. Il sindacato è intenzionato a riprendere in mano la vertenza e, se occorre, a mobilitarsi, chiamando in causa le istituzioni locali, tra cui i presidenti dei due Municipi interessati, Gianluca Lanzi per l’XI Portuense ed Elio Tomassetti per il XII Gianicolense, presenti all’incontro e sensibili al problema per appartenenza territoriale. Nessuna speranza invece per la politica, ritenuta dal segretario “la grande assente in questa vicenda”. Con buona pace dei suoi rappresentanti, sempre meno rappresentativi della collettività che alle elezioni si astiene in massa.