Forlanini, il futuro deciso dai cittadini

forlanini2Due petizioni on-line: una della Regione l’altra del coordinamento dei comitati cittadini

Forlanini, per lo storico ospedale chiuso dalla Regione Lazio il 30 giugno 2015, ora intervengono le petizioni on-line ed è subito scontro. Secondo il presidente Nicola Zingaretti, la destinazione del nosocomio deve essere scritta insieme ai cittadini attraverso l’appello lanciato sul sito regionale. Si chiede, attraverso un quesito con sette indicazioni già predisposte, di scegliere la destinazione di appena 20 mila metri quadrati su 280 mila. Scuola, lavoro, sport, cultura, sociosanitario, pubblica amministrazione sono gli ambiti proposti. Leggendo con attenzione però, è palese l’intento della giunta regionale di trasferire l’immobile all’agenzia del Demanio al fine di una “valorizzazione” che secondo gli esperti, significa vendita al miglior offerente. Così, i comitati da tempo in lotta per la riconversione della struttura a servizi sociosanitari hanno proposto, in alternativa, un altro sondaggio sul sito www.change.org che in meno di una settimana ha raggiunto 13 mila 400 firme. “Si chiede di istituire un tavolo di confronto – scrivono i rappresentanti del Coordinamento comitati per il Forlanini Bene comune – e di proposte condivise per la fruibilità di questa struttura da parte dei cittadini. Il Forlanini, vincolato dai Beni culturali con la sua superficie – continua la petizione – il parco monumentale ricco di piante pregiate, due teatri, una chiesa, un museo anatomico unico al mondo, persino un lago sotterraneo, non può essere privato della sua identità per fare cassa”. Tali motivazioni rievocano in sintesi la storia del grande complesso, dismesso di fatto dal 2006 tra le proteste generali, abbandonato all’incuria e al degrado e reso dalla Regione “bene disponibile alla vendita” con un recente provvedimento. Tali argomentazioni hanno fatto breccia tra il grande pubblico che non ha avuto dubbi su cosa scegliere: la destinazione a servizi sociosanitari in luogo degli uffici per i burocrati proposti dai vertici regionali. Una soluzione già scartata nel lontano 2008, quando la collettività si espresse, con 50mila firme consegnate in Campidoglio, contro il trasferimento del Consiglio regionale nell’ex ospedale.

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