Forlanini: la Regione è per la “demolizione selettiva”

Ė contenuta nella determina G15558 del 15 dicembre 2021 l’autorizzazione alla operazione di smantellamento selettivo di parti dello storico edificio dell’ospedale Forlanini di Roma, ovvero quella che in termine tecnico si definisce la tecnica ‘strip out’: prelevamento di sostanze potenzialmente pericolose che necessitano di essere smaltite con maggior precisione e cura e seguendo un procedimento specifico. La notizia solleva una serie di interrogativi, specie da parte di coloro che per anni si sono battuti per la salvaguardia e la riconversione a usi collettivi e a vocazione sociosanitaria della struttura. La prima impressione, considerata la relativa esiguità della cifra investita – 46.970 euro iva inclusa – è che si tratti di una operazione necessaria ed emergenziale atta a evitare pericoli, considerato lo stato di abbandono in cui l’edificio versa da tempo. Le perplessità maggiori attengono però al destino del complesso, sulla cui sorte sembra si brancoli ancora nel buio, considerate le numerose proposte regionali finite, al momento, tutte nel nulla. Di fatto, la volontà dell’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti, espressa nell’atto della direzione Bilancio e patrimonio “di procedere all’affidamento dei lavori di assistenza all’incarico di progettazione di un intervento di strip out, bonifica, pulizia e separazioni degli impianti non funzionanti del complesso immobiliare”, ancora una volta testimonia la mancanza di progettualità circa il futuro dell’immobile, se non l’unica determinazione di estromettere definitivamente il Forlanini dal servizio sanitario regionale. All’esplodere della pandemia, da più parti si chiese di destinare almeno il corpo centrale del palazzo all’accoglienza di pazienti non gravi. Si è preferito accreditare strutture private, con specializzazione totalmente difforme dalla cura dell’apparato polmonare (leggasi Centro clinico Palocco del Gruppo Villa Maria) e altre realtà, un’operazione il cui costo ha inciso pesantemente sulle finanze regionali. Con le stesse risorse si sarebbero potuti ristrutturare almeno quattro antichi ospedali.  

(Foto: Massimo Venanzetti)

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