Forlanini: l’”affaire”arriva al Senato

ospedale_dallaltoCon il cosiddetto “Atto ispettivo numero 4-03299”, pubblicato il 22 gennaio 2015, la senatrice Loredana De Petris ha portato “l’affaire” Forlanini al Senato, ponendo ai ministri della Salute e dei Beni e attività culturali, diversi interrogativi. Il documento parte con una descrizione dell’imponente complesso, esteso per 280.000 metri quadrati con un grande parco ricco di essenze esotiche e i corposi volumi pari a 600 mila metri cubi, fino a qualche anno fa popolati e impegnati con più di 1000 posti letto. Nell’atto si fa cenno alle decisioni aziendali e regionali che, a mano a mano, hanno portato la struttura al depotenziamento, arrivando oggi a non più di 50 degenti: la delibera del San Camillo Forlanini numero 2145 del 2006 e le conseguenti decisioni regionali – tra leggi finanziarie e assestamenti di bilancio – che, con misteriosi emendamenti celati tra le complesse pieghe del dettato normativo, hanno sancito la fine della vocazione sanitaria della struttura. Il tutto nonostante la petizione firmata da più di 45.000 cittadini che ne chiedevano il mantenimento con ampliamento della rete dei servizi sociali territoriali. “È inaudito – ripetono i rappresentanti del gruppo facebook ‘Giù le mani dal Forlanini’ – che dal 2006 a tutt’oggi non ci sia un progetto definitivo sulla destinazione dell’ospedale”. Continuano a chiamarlo così i cittadini che incalzano: “Quasi tutti i giorni arrivano funzionari della Regione che prendono le misure, osservano, parlottano tra loro e se ne vanno scuotendo la testa, argomentando che i locali dello storico edificio non sono adatti per la destinazione a uffici. Non se ne rendono conto i vertici regionali?”. Non a caso, nell’atto ispettivo di De Petris, si cita lo studio di fattibilità proposto nel 2007 dalla Regione “per valutare la possibilità di trasferire presso il Forlanini la sede degli uffici del Consiglio, ora ubicato nella decentrata via della Pisana”. Tale ‘valorizzazione’ non risultò percorribile da parte degli amministratori che ora, con cieca determinazione vanno avanti nel senso opposto. Il comma 66 dell’articolo 1 lettera c), legge regionale 14 del 2008 di assestamento del bilancio intende l’ospedale non più destinato ad attività sanitaria. “Il tutto – prosegue l’interrogazione – mentre la Asl Roma D, che ricade nel territorio, l’Ares 118 e lo stesso San Camillo Forlanini, versano canoni di affitto annui, per più di 4 milioni”. “Con un ospedale vuoto a fianco – insistono dal comitato – tenendo conto che la Regione Lazio ha reperito 628 milioni ex legge 67 del 1988, articolo 20, sulle risorse per l’edilizia sanitaria, che al comma 2 lettera i) prevede la destinazione di fondi a strutture pubbliche dismesse da riconvertire ad uso sociosanitario”.

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