Forlanini, non si ferma la battaglia
I cittadini ribadiscono le richieste: uso pubblico, servizi sanitari e culturali, recupero del Museo
Forlanini, la battaglia va avanti. Cambia l’amministrazione regionale ma non mutano gli obiettivi dei cittadini, intenzionati a riconquistare a ogni costo il loro bene comune. Per questo il coordinamento di comitati e associazioni da anni impegnato nella difesa dell’ospedale romano, amplia il proprio raggio di azione e si attiva sul territorio dell’XI Municipio, con un’assemblea prevista il 24 marzo alle 17:30 presso la sede del comitato di quartiere Magliana, in viale Vicopisano 83. L’obiettivo è sempre l’uso dello storico complesso per la sanità territoriale, con alcuni spazi dedicati a fini socioculturali per la città. In lotta dal 2015, il coordinamento ha affrontato tutte le proposte e le incertezze che la Regione Lazio targata Nicola Zingaretti, nel corso degli anni, ha sottoposto alla cittadinanza con svariate modalità: delibere, memorie di giunta, atti di indirizzo, protocolli d’intesa e via elencando, senza che nessuna di tali intenzioni diventasse realtà. Negli anni, si è proposto di riconvertire il nosocomio a svariate funzioni: nel 2014 fu lo stesso presidente Zingaretti a proporre il trasferimento del vicino Cem – centro di educazione motoria per disabili gravi – nei padiglioni ospedalieri. Nel 2016, a chiusura avvenuta il 30 giugno dell’anno precedente, si pensò di utilizzare l’ex nosocomio come sede per uffici nella accattivante “Cittadella della pubblica amministrazione”. Poi fu la volta della casa internazionale dello studente nel 2018, con tanto di convocazione dei tre rettori degli atenei romani. Nel 2019 ad affascinare i vertici regionali è l’idea di trasferire nei locali abbandonati l’Ifad, organizzazione internazionale affiliata alla Fao per poi accogliere, nel 2020, un evanescente annuncio della volitiva presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen relativo alla Agenzia Ue per la ricerca biomedica. E le proposte non finiscono qui: la più allettante inizia a delinearsi un anno dopo, per diventare dirompente nella campagna elettorale di fine 2022 per le regionali del Lazio, quale cavallo di battaglia dell’uscente assessore alla Sanità Alessio D’Amato candidato presidente – con palese insuccesso – per il Pd e il Terzo polo. Si tratta del trasferimento del Bambino Gesù dalla scomoda sede del Gianicolo nello storico ex sanatorio di Monteverde. Chi mai potrebbe rifiutarsi di concedere posti letto per la salute dei bambini? Deve essere stato il pensiero degli indecisi amministratori regionali. In realtà, dietro il nobile proposito, si cela l’insidia di un rilevante patrimonio pubblico che diverrebbe sede extraterritoriale, non sottoposta ad alcun vincolo urbanistico tantomeno storico-artistico, di cui attualmente il complesso gode. Non solo. La cessione al Vaticano annullerebbe di colpo qualsiasi ipotesi di riconversione a servizi sanitari pubblici ed Rsa di nuova concezione, come stabilito in un accordo tra regione e Cgil, che ancora attende di essere onorato. E ora si attende un pronunciamento dal presidente-assessore alla Sanità della Regione Lazio Francesco Rocca, che nel suo programma ha dichiarato che il Forlanini “deve essere restituito alla sanità regionale”.
(Nella foto: visita guidata al Forlanini nel 2018)