Forlanini: sui social si contesta la Regione
Riapertura Forlanini, la polemica era nell’aria da giorni ma ora è esplosa via social. In un lungo post, è racchiuso il pensiero dei cittadini che il 4 febbraio scorso hanno incontrato esponenti della Regione Lazio. Nonostante il linguaggio pacato, ai vertici regionali non le si manda a dire. Tutto nasce dalla contestazione a due delibere di giunta, la numero 71 e la 72, con cui si disegna il futuro degli stanziamenti per l’edilizia sanitaria e si stabilisce che le richieste dei cittadini e del sindacato Cgil, per creare una Residenza sanitaria (Rsa) e una Casa della salute nel grande complesso di Monteverde, passano in secondo piano, per lasciare il posto alla fantomatica Agenzia europea per la ricerca biomedica. Secondo gli intendimenti del presidente Nicola Zingaretti e dei suoi assessori, l’edificio storico dell’ex sanatorio dovrebbe diventare la sede della Agenzia a patto che la stessa prenda forma. Si, perché l’organismo non esiste ancora, si tratta di una mera enunciazione della presidente Ue Ursula von der Leyen, tra l’altro mai più replicata. “Affermare di voler accogliere il nuovo organismo europeo nel complesso dell’ospedale Forlanini – è scritto sul post – non può voler dire che il Forlanini nel suo insieme debba quasi in toto identificarsi con la sede di questo ente per ora solo immaginato, mentre in via del tutto residuale si pensa di configurare gli ambiti delle sole Rsa e Casa della Salute”. Proprio la dislocazione di questi servizi per i cittadini è il più acceso motivo di critica. Le proposte scaturite dal confronto con i rappresentanti regionali pongono in primo piano la creazione di residenze sanitarie di diversa concezione, non intese come mero ricovero con posto letto ma una vera e propria unità residenziale che solo nel corpo centrale potrebbe trovare compimento. Per questo, sul post si insiste: “prevedere, fuori da una discussione di merito, che su 110.525 metri quadrati di superficie utile, a priori 88.597 metri – il cosiddetto complesso monumentale – debbano essere vincolati per ospitare l’eventuale Agenzia internazionale, non appare il migliore dei modi per mettere a disposizione della città un bene pubblico che deve servire soprattutto per migliorare la tutela della salute dei romani”. In sintesi, secondo gli ispiratori del post ci sarebbe poco raccordo tra i presupposti del confronto avviato con la Regione, non senza fatica e battaglie estenuanti, e le decisioni poi assunte dalla giunta e riportate in delibera soltanto tre giorni dopo il confronto “senza una informazione preventiva sui contenuti”. In questi giorni di frenetica ricerca di un modus migliore per vaccinare quante più persone possibile, alcuni esperti hanno ventilato la possibilità di poter attivare grandi centri di somministrazione con le caratteristiche del Forlanini. In molti sperano che, oltre alla proposta per un istituto di riabilitazione pneumologica post Covid, il grande complesso possa riprendere vita proprio grazie a questa nuova, inaspettata e non trascurabile emergenza. (Nella foto: la mensa del Forlanini – Archivio storico Inps)