Forlanini: torna in campo il “Piano B”
Si pensa a realizzare la “Cittadella della Salute” con fondi del Pnrr. Il Bambino Gesù investirebbe 450 mln
Nel conciliante discorso di insediamento alla guida della Regione Lazio, Francesco Rocca toccò moltissimi temi, fornendo indirizzi di carattere generale. Su un argomento fu molto preciso: la destinazione dell’ospedale romano Forlanini, chiuso il 30 giugno 2015 e ancora inutilizzato. “Decideremo coinvolgendo le opposizioni”, ha dichiarato il presidente, sicuramente alludendo all’idea dell’ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato di collocare in quella sede il Bambino Gesù, riportata alle cronache di recente, con le dichiarazioni sul “Corriere della Sera” del presidente dell’ospedale pediatrico Tiziano Onesti. In realtà, inizialmente, prima che dalla Santa Sede fossero formulate proposte, Alessio D’Amato e Nicola Zingaretti annunciarono di voler realizzare all’interno del grande complesso la “Cittadella della Salute”, una aggregazione di varie funzioni tutte vocate alla cura e al benessere dei cittadini. Una ipotesi non del tutto scartata. Da fonti ministeriali, si apprende infatti che la “interlocuzione importante” di cui parla Onesti sarebbe avvenuta proprio in lungotevere Ripa 1, sede del ministero della Salute, in presenza dello stesso ministro Orazio Schillaci, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e di Tiziano Onesti, manager di primo piano alla guida dell’ospedale pediatrico da fine marzo. Un incontro ad altissimo livello quindi, in cui oltre a mettere in campo la proposta della Santa Sede, che con 450 milioni di investimento risanerebbe l’antico complesso, si riaffaccia l’idea di una Rsa e altri servizi sanitari, richiesti incessantemente dalla cittadinanza. Il tutto con la dotazione di risorse derivanti dal Pnrr Missione 6 salute, che guarda al potenziamento dei servizi territoriali come uno dei principali obiettivi. Si tratta ora di capire, di quanto spazio abbia bisogno il Bambino Gesù e se i reparti trasferiti siano compatibili con la presenza di altri servizi pubblici, considerata l’estensione dell’edificio e la dotazione di palazzine di pertinenza. Fermo restando il grande enigma del regime di extraterritorialità di cui godono gli stabili di proprietà del Vaticano. Di fatto, ripensare il futuro del Forlanini conciliando esigenze di sanità pubblica con proposte di soggetti esterni è una soluzione allo studio e ora la parola passa alla Regione Lazio. Con l’auspicio del coinvolgimento dei cittadini. (Nella foto: i locali della ex mensa del personale e i reparti di degenza)