Frittelli, Federsanità: contratto, più diritti e tutele

Sanità, rinnovato il contratto di lavoro dei 545mila dipendenti della sanità pubblica del Servizio sanitario nazionale. L’ipotesi di rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori del comparto, sottoscritta il 15 giugno in tarda serata, è stato firmato da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”. L’intesa si estende a figure professionali che vanno dagli infermieri ai radiologi al personale amministrativo, oltre a ostetriche, tecnici di laboratorio, fisioterapisti, ricercatori e tante altre figure del variegato panorama dei professionisti della salute. “Il primo risultato raggiunto, affermano i sindacati, è un riconoscimento sul fronte economico: l’aumento minimo medio lordo mensile è infatti di 90 euro, ma sono anche previste specifiche indennità di categoria”. L’accordo ha una vigenza triennale – 2019/2021 – e rappresenta un primo passo verso quella che dovrà essere una profonda revisione affinché si raggiunga la sostenibilità del settore. A cominciare da un robusto piano di assunzioni, su cui non c’è alcuna garanzia, considerato che il Pnrr non prevede alcun investimento sulle risorse umane. Plaude all’intesa la presidente di Federsanità Tiziana Frittelli, che esprime la propria soddisfazione sottolineando quanto “quanto i lavoratori del Servizio sanitario nazionale siano il fulcro intorno a cui ruota l’intero sistema dell’assistenza e della tutela del diritto alle cure per tutti”. In linea con il ministro della Salute Roberto Speranza, Frittelli sottolinea come l’accordo “accresce diritti e tutele e porta un meritato incremento retributivo per tutto il personale, evidenziando il valore dell’alleanza e della piena sinergia tra professionisti e istituzioni, ereditato dalla pandemia”. Un valore che, secondo la manager “è la risorsa più preziosa su cui investire per rilanciare e valorizzare il Servizio sanitario nazionale”.