Gemelli: “Per la chemio attese sconfortanti”
Tempi troppo dilatati, locali e sale di attesa inadeguati alla fragilità dei pazienti
Sembra un paradosso: uno dei più importanti ed eccellenti ospedali italiani, il Policlinico Agostino Gemelli di Roma, nel percorso più delicato, di somministrazione della chemioterapia, mostra criticità inaccettabili. Non per la qualità delle cure o l’attenzione al malato, che si dimostrano pienamente all’altezza di quello che in alcune classifiche mondiali risulta tra i migliori ospedali ma nell’aspetto che più colpisce chi si trova in condizione di fragilità: l’accoglienza. La salute, come diritto che nel nostro Paese gode di particolari tutele, è garantita a tutti così come le cure. E tutti – anche coloro in grado di scattare un’istantanea sulle condizioni dei nostri ospedali – possono incappare in situazioni non proprio idilliache. E ciò che racconta il giornalista Aurelio Coppeto, vicedirettore di una importante agenzia di stampa colpisce profondamente, perché non si tratta di criticità difficilmente sanabili ma di mera disorganizzazione, che potrebbe essere affrontata e risolta con poco sforzo e senza impiego di cospicue risorse ma soltanto con un pizzico in più di attenzione in quella che si usa chiamare “umanizzazione” delle cure. “Si possono concentrare più di cento somministrazioni di chemioterapia in un solo giorno?” si chiede il giornalista, ed elenca in un documentato articolo tutte le difficoltà di persone con gravi patologie, costrette a ore e ore di attesa per una mancata programmazione degli appuntamenti. Un calvario che persone così fragili proprio non meriterebbero, soprattutto perché costrette “su sedie scomodissime e inadeguate – scrive Coppeto – sedie in ferro non adatte a chi ha gravi patologie oncologiche in quanto rigide. Per non parlare di chi, addirittura, si addormenta sulle sedie a rotelle”. Una vera e propria bolgia che spinge taluni a scendere ai piani inferiori, nel centro malattie apparato digerente dotato di confortevoli poltroncine o, addirittura ad accomodarsi su più accoglienti sedute all’ingresso del policlinico. Una emergenza che, secondo Coppeto, il direttore dell’unità operativa di Oncologia medica Giampaolo Tortora non può continuare a ignorare, essendo stata segnalata da tempo dai pazienti, insieme alla richiesta di una maggiore dotazione di poltrone per le somministrazioni, al fine di snellire le attese migliorando la qualità dell’assistenza, mai messa in discussione anzi, elogiata nelle stesse note inviate.