Gemelli/2: alcolismo, terapia soft contro la dipendenza anche in casi gravi
Invece di azzerare subito il consumo di alcol, strategia che spesso scoraggia gli alcolisti perché troppo faticosa da sostenere, le quantità concesse si riducono per gradi. Il paziente viene seguito con la “terapia della parola” e con la somministrazione di un farmaco anti-alcol. Ideata dagli psichiatri del policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, presso il Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze – Sub unità Alcologica, questa “terapia soft” combinata, psicologica e farmacologica, si prefigge lo scopo di combattere e vincere l’alcolismo per gradi: si tratta di una dissuasione “soft” in cui la “bottiglia” viene tolta gradualmente per invogliare anche gli alcolisti più spaventati dall’astensione completa immediata. Denominato “trattamento riabilitativo integrato di supporto psicosociale”, è un approccio in cui alla terapia farmacologica anti-alcol (con Nalmefene, un farmaco che aiuta l’alcolista a ridurre il consumo della sostanza) si affianca alla psicoterapia, che contribuisce alla riduzione dell’uso di alcolici, in vista del raggiungimento di un’astensione completa dalla “bottiglia”. “Ė un approccio del tutto nuovo e senza eguali – spiega il professor Luigi Janiri, responsabile della Sub-Unità Alcologica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenze del Gemelli, diretto dal professor Pietro Bria – messo a punto da noi sulla base delle ultime ricerche nel campo dell’alcolismo”. Il paziente, in tal modo, verrà accompagnato verso una maggiore consapevolezza sia del disturbo sia di uno stato di salute psico-fisico migliore, grazie alla riduzione del consumo alcolico, accrescendo la motivazione al cambiamento. Al servizio si potrà accedere previa prenotazione telefonica, chiamando il numero 06.3015.4122 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 14.00; in alternativa si può chiedere appuntamento mandando un’e-mail al seguente indirizzo: segreteriadh@lapromessa.it. In altri termini, con questo approccio “soft” si potrebbero “recuperare” gli alcolisti che non riescono a iniziare una terapia perché scoraggiati dall’astensione alcolica completa sin dalle prime fasi del trattamento o che hanno perso il controllo sul bere e desiderano provare a recuperarlo. Nel Lazio il 15,6% delle persone risulta consumatore di alcol a rischio, cioè che consuma un quantitativo maggiore di 4 unità alcoliche/die (48 gr di alcol al giorno, equivalente a ca. 500 ml di vino/die e un litro e 320 ml di birra/die). L’obiettivo finale del trattamento integrato con l’intervento psicologico e con il Nalmefene è far aderire al trattamento riabilitativo quelle persone che, sottovalutando i rischi dell’abuso alcolico sfuggono alla considerazione di se stesse come portatrici di un grave problema clinico soggettivo, ma anche sociale.