Gentiloni, i vaccini e la medicina olistica
Negli anni Novanta il premier appoggiava i movimenti che coniugavano ambientalismo e medicina.
“La medicina ufficiale soffre di una crisi di credibilità e di fiducia, che appare smentita soltanto dall’esame dei bilanci dell’industria farmaceutica, gonfiati da un sistema di marketing che con metodi più o meno leciti sforna decine di farmaci best seller, talvolta inutili e quasi sempre assenti dalle liste dei farmaci essenziali fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”. A sostenerlo non è un infiammato leader di movimenti No-Vax, ostile al decreto sulle vaccinazioni di massa che l’esecutivo si appresta a varare. La riflessione è contenuta nella prefazione a un libro del medico e psicoanalista inglese Patrick Pieroni, fondatore dell’Associazione britannica per la medicina olistica “La medicina prossima ventura, l’influsso delle tesi ambientaliste sulla medicina”.
In tale testo, pubblicato nei primi anni Novanta, l’attuale premier Paolo Gentiloni, dal passato ambientalista, appoggia una visione della medicina “che considera la persona nella sua totalità e affronta le relazioni tra il corpo, la mente e l’ambiente esterno”. Chissà come si coniugano tali precetti con il decreto emanato con i crismi dell’urgenza, che per volere del ministero della Salute sottoporrà a vaccinazione coatta circa 800mila ragazzi italiani entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Si pone rimedio così, a una superficiale valutazione epidemiologica che proprio nei Novanta abolì l’obbligo vaccinale. Chissà quanto abbiano influito le tesi propugnate dai movimenti allora critici verso la scienza ufficiale. Di fatto, come avviene sovente in Italia, si pone rimedio a una falla in modo drastico, con un vaccino per tutti e per tutto. Da quelli indispensabili per le patologie più insidiose alle immunizzazioni per le malattie esantematiche dei bambini.
“Dai vaccini ai trapianti, dalla lotta contro il cancro alle malattie terminali, le conquiste della biomedicina convenzionale non vanno gettate alle ortiche ma ricollocate in un quadro più complesso e umano a cui le terapie alternative hanno dimostrato di poter contribuire”, scrive ancora Gentiloni, incorrendo in un palese caso di eterogenesi dei fini, con una campagna vaccinale alle porte che non aveva alcun bisogno di assumere il carattere di emergenza, con diffusione di notizie allarmistiche da parte di un dicastero che, in fatto di comunicazione lascia molto a desiderare.