Giannini, Magliano: la discarica della discordia

Cittadini e amministrazione di Magliano Romano sulle barricate per dire no alla riclassificazione della discarica che, si teme, condurrà nelle verdi campagne del piccolo paesino a nord di Roma tonnellate di rifiuti della Capitale. Il 9 marzo migliaia di persone hanno invaso la sede del Consiglio regionale in via della Pisana (nella foto). Dalla loro parte si schiera il consigliere regionale Daniele Giannini: sostiene che tale decisione “servirebbe solo a togliere le castagne dal fuoco al sindaco Gualtieri”. L’esponente della Lega sottolinea come Magliano sia considerato “un comune tra i più virtuosi del Lazio, tanto da essere rientrato di diritto nella classifica dei più ‘ricicloni’ di Legambiente, che ora si trova a fare i conti con una potenziale minaccia ambientale di proporzioni epiche, dopo aver vinto tutti i ricorsi al Tar e con gli uffici regionali rimasti sordi alle osservazioni di tutti gli enti coinvolti, dai comuni limitrofi alla Asl Roma 4, passando per l’ente Parco di Veio”. La decisione della giunta Zingaretti prevede l’approvazione di un invaso da quasi 900mila metri cubi, a una distanza di 700 metri dal centro abitato e a 500 metri dai pozzi d’acqua di cui si serve il comune, una vera e propria bomba ambientale che si teme, possa avere effetti nefasti anche sulla salute dei cittadini. “La Regione ha messo la quinta su tale approvazione – insiste Giannini – andando contro tutto e tutti per meri fini politici. Questo non possiamo permetterlo né ora né mai. Il consiglio regionale, soprattutto la parte targata Dem, rifletta bene sulle istanze del territorio perché sette anni di ricorsi tutti vinti, non si possono cancellare con un colpo di spugna. Zingaretti per una volta – conclude Giannini dimostri di avere a cuore l’ambiente della propria regione, non a parole ma con i fatti”.

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