Gimbe: “bene il Green pass ma con misura”
Le riflessioni non arrivano da irriducibili esponenti no vax, nemmeno da perplessi cittadini o da talebani negazionisti della pandemia. A parlare è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, il gruppo di medicina basata sulle evidenze che, in qualità di esponente di una società scientifica, dall’inizio del contagio è protagonista di numerosi interventi sui media, con l’autorevolezza dello studioso e il rigore dell’esperto. Sul Green pass il gastroenterologo siciliano, incline all’applicazione rigida delle misure di contenimento del virus, ha una posizione più sfumata rispetto alla decisione del governo di rendere esecutive le misure che vietano la vita sociale a chi non possiede il passaporto verde. “In una campagna vaccinale di massa si può fare la prenotazione volontaria, la chiamata attiva, la spinta gentile, ovvero il Green pass, e poi l’ultima strategia che è rappresentata dall’obbligo” scrive in un comunicato ufficiale della Fondazione. “In questo momento tale strategia si può prendere in considerazione, verosimilmente non per tutte le applicazioni: se qualcuno deve esibire il pass per andare al bar e al ristorante è doveroso che siano vaccinati anche coloro che in quei locali ci lavorano. Il Green pass va adottato per i grandi eventi come l’accesso a stadi, concerti – ha dichiarato in una recente intervista radiofonica – diventa difficile il suo utilizzo in raduni o eventi minori perché non abbiamo un’equità di accesso al vaccino. Ci sono vari aspetti di tipo giuridico e sociale da considerare”. Il medico si dichiara ottimista rispetto alla diffusione dei contagi: “Questi numeri aumenteranno nelle prossime settimane – sostiene – perché la variante Delta è più contagiosa di quella Alfa e sappiamo che entro fine agosto diventerà prevalente. Tuttavia, non avremo un grande impatto sugli ospedali perché abbiamo una rilevante quota di popolazione vaccinata”. L’impatto dei ricoveri, però, ha precisato, “sarà inversamente proporzionale alla quota di over 60 vaccinati, ce ne sono oltre 2 milioni non vaccinati. Ma attenzione anche gli over 50, perché nell’ultimo mese le ospedalizzazioni riguardano in maniera importante anche quella fascia d’età”.