“Gioco e mi curo”: stop allo stress da ospedale
Inaugurata al Cà Foncello di Treviso la prima sala giochi interattiva per piccoli pazienti
Ospedale Cà Foncello di Treviso, nel reparto di Chirurgia funzionale dell’orecchio si sperimenta una nuova modalità di assistenza per i piccoli pazienti: la prima sala giochi interattiva del Veneto, che ha aperto i battenti il 7 aprile, con la visita dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. Un progetto che conferisce alle cure un valore aggiunto inestimabile, dimostrando di rispettare e amare il bambino nel delicato momento in cui arriva in ospedale. Di sicuro effetto scenografico i tablet sulle pareti della sala d’attesa del reparto, trasformata in un vero e proprio angolo del gioco, aiutando i piccoli ad alleviare l’ansia e la paura in attesa di visite, esami e cure. A loro disposizione, insieme agli strumenti interattivi, anche gli antichi giochi di legno, indimenticati compagni della nostra infanzia e formidabili strumenti per lo sviluppo della creatività. E non manca l’invito a sviluppare le abilità comunicative degli assistiti: con l’iniziativa “un disegno per comunicare”: oltre a mettere in moto la fantasia, si dà agli improvvisati artisti la possibilità di manifestare le proprie emozioni attraverso matite e colori e di potenziare la propria autostima, considerato che in seguito le “opere”, saranno affisse negli ambulatori in cui i bambini torneranno per i controlli successivi. Un rassicurante metodo per creare vicinanza e sicurezza nelle stanze e nei corridoi dell’ospedale. Il progetto nasce dalla collaborazione tra Regione Veneto, Azienda sanitaria – la Ulss 2 Marca Trevigiana – e rappresentanti del Terzo settore (Lions di Treviso) che hanno contribuito con 11mila euro alla realizzazione di tale innovazione, a cui sicuramente molti responsabili di reparti pediatrici guarderanno con interesse. “Un altro esempio di eccellenza della nostra sanità” si è complimentata Lanzarin, che ha ringraziato il primario del reparto Daniele Frezza, i colleghi medici, infermieri e il Lions di Treviso, apprezzando il coinvolgimento del Terzo settore “che permette di abbinare la straordinaria valenza dell’umanizzazione con le capacità cliniche, le alte tecnologie, la multiprofessionalità”. Un combinato disposto che, secondo l’assessore “mette in primo piano gli aspetti umani dei piccoli e delle loro famiglie nell’affrontare il percorso di cura”. Arte e gioco che, come una “start-up” di successo, richiamano l’attenzione e seguono la già sperimentata terapia che consente di tenere il proprio animale vicino in ospedale, la “Pet therapy”, avviata da qualche tempo con successo nelle pediatrie.