“Gli unici tagli li faccia il chirurgo”

Massimo Martelli, il chirurgo toracico del Forlanini, candidato nella lista per Giulia Bongiorno, invoca l’articolo 32

Professore, un’idea praticabile per salvare la sanità pubblica che sta affondando

Non credo che la sanità pubblica stia affondando. È vero, il Paese sta attraversando un periodo delicato e oggi ci troviamo a pagare il conto di decenni di cattiva amministrazione, ma la sanità non è fatta solo di bilanci economici. Gli operatori sono i veri protagonisti del mondo sanitario: medici, infermieri, tecnici, sono loro che gestiscono direttamente il sistema. La mia idea è di responsabilizzare queste figure, non dobbiamo più sentire la frase “mi dispiace, ma non dipende da me”.

Dovendo tagliare la spesa, su cosa si dovrebbe incidere? Sono graditi esempi pratici…

In sanità gli unici “tagli” li fa il chirurgo in camera operatoria. Non bisogna tagliare, bisogna evitare gli sprechi. Le faccio un esempio praticissimo: la spesa sulle apparecchiature ospedaliere. Serve un controllo sugli acquisti, spesso abbiamo apparecchiature inutilizzate per mancanza di personale, oppure strumenti inutili o doppioni. Un altro esempio: le consulenze esterne. Ancora un altro: esami diagnostici inutili, molti medici, oggi, per evitare cause legali richiedono approfondimenti diagnostici costosi e dannosi per il paziente stesso. Però insisto, è dalla piccola unità operativa che deve partire il concetto di riduzione degli sprechi, e questo si raggiunge con la responsabilizzazione degli operatori.

Come riorganizzare il pronto soccorso super affollato e il sistema di emergenza? 

Il pronto soccorso sta diventando, per l’intera popolazione, l’unica certezza di assistenza. Se in un pronto soccorso arrivassero soltanto i casi acuti, non avremmo più pazienti adagiati sulle barelle per tanto tempo. Purtroppo, le persone si rivolgono al pronto soccorso perché manca la medicina territoriale, è necessaria un’integrazione tra l’ospedale e le strutture esterne, siano queste i medici di base, le residenze assistenziali, i presidi di prossimità. Ripeto, investire sul territorio.

Ospedali chiusi, in dismissione, da riconvertire. Un consiglio per il prossimo presidente

La chiusura di qualsiasi presidio sanitario deve essere preceduta da una programmazione. Quanto risparmiamo dalla chiusura di questo ospedale? Dove si rivolgeranno i residenti di quella zona? Cosa facciamo di quella struttura dismessa? Ecco, queste sono le domande che gli amministratori devono porsi quando decidono di “tagliare”. L’unico consiglio che posso dare al nuovo presidente è di mettere sulla propria scrivania la Costituzione, evidenziando bene l’articolo 32.

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