Grandi ustionati malati di serie B

0712_cto_4113Un mare di disperazione, un tunnel oscuro senza luce in fondo. Il dramma di Anna – la chiameremo così – si compie con la più tragica delle soluzioni: la giovane donna si dà fuoco. La salvano appena in tempo ma i danni sono irreparabili. Ustioni gravissime, curate in vari centri specializzati, tra cui il Sant’Eugenio di Roma e strutture fuori regione. Alla fine arriva il lungo percorso di riabilitazione, accompagnato da segni invalidanti e permanenti. Paradossalmente, le difficoltà maggiori per la ragazza iniziano dopo i ricoveri. La perdita del lavoro e le precarie condizioni economiche della famiglia, rendono difficili le cure e il ristabilimento di condizioni accettabili di salute. Si, perché Anna risiede a Subiaco e nella regione Lazio i grandi ustionati sono malati di serie B. L’esenzione dal ticket per esiti da ustione infatti è praticata soltanto in Piemonte, Sicilia e Sardegna quindi, in altre località di tutta Italia le prestazioni si pagano, così come presidi e ausili indispensabili per la terapia stabilizzante. Munirsi di creme, garze medicate, bende, cerotti, silicone e corpetti speciali costa una fortuna per la maggior parte dei pazienti, secondo il luogo di residenza. Un’assistenza a macchia di leopardo, con presumibili profili di incostituzionalità. In media, un corpetto contenitivo costa più di 2000 euro e ne servono due, le creme cicatrizzanti arrivano a più di 40 euro la confezione, lo stesso dicasi per il silicone e tutto il resto. Tranne gli infortunati sul lavoro, coperti dall’assicurazione Inail, per tutti gli altri è difficile assicurarsi le cure necessarie. Qualcuno è anche costretto a ricorrere a prestiti. Lo sostengono da tempo i rappresentanti delle associazioni di tutela degli ustionati, presenti in tutta Italia, che si sono riunite in un coordinamento per sollecitare il “legislatore distratto che non si è curato di inserire nei nomenclatori tariffari i presidi sanitari necessari a tali patologie”, scrivono gli associati in un documento e aggiungono: “l’assenza di precise disposizioni, mette a dura prova le possibilità di intervento dei più zelanti e collaborativi funzionari Asl che si vedono costretti, loro malgrado, a negare i rimborsi per queste spese”. Numerosi sono infatti i presidi necessari in questi casi, basta scorrere la determina con cui si autorizza l’erogazione degli stessi nella Regione Piemonte che così recita: “ai pazienti con gravi ustioni viene garantita la fornitura di indumenti compressivi, di tutori statici e dinamici e possono essere erogati lamine, cerotti siliconati o altri preparati siliconati e la crema base grassa”. Per questo le associazioni chiedono l’istituzione di un fondo ad hoc.

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