Gravidanze tardive aumentano il rischio ostetrico
Greco, Sidr: “Incentivare le tecniche per limitare i rischi della gestazione in età avanzata”
“Per una donna avere un figlio in età avanzata può aumentare il rischio ostetrico, che cresce nel caso di gravidanze gemellari. Ma la scienza ha fatto progressi enormi e oggi esistono nuove opportunità. Occorre, ad esempio, incentivare l’impiego di tecniche come il “social freezing”, che permette alle donne di congelare i propri ovociti prima dei 35 anni di età. Si tratta di una tecnica molto efficace e che nell’ultimo anno ha visto aumentare le richieste, i casi sono più che raddoppiati. Il freezing ovocitario è a carico del Servizio sanitario nazionale solo in casi oncologici, per cui bisognerebbe estenderlo. C’è anche un limite che riguarda i farmaci, che la donna deve purtroppo acquistare”. Lo ha dichiarato Ermanno Greco, professore di Ginecologia e Ostetricia all’Università UniCamillus di Roma e presidente della Società Italiana della Riproduzione (Sidr), intervenendo su Rai Uno alla trasmissione “Storie italiane”, condotta da Eleonora Daniele. “La spesa dei farmaci – ha osservato Greco – è invece coperta dal Servizio sanitario nazionale nella fecondazione assistita, entrata di recente nei Lea, ovvero nei Livelli essenziali di assistenza. In molte Regioni, tuttavia, la Procreazione medicalmente assistita (Pma) nei Lea non è stata ancora attivata, servirebbero inoltre più strutture convenzionate per assicurare la gratuità di queste tecniche, evitando lunghe liste di attesa e dannosi viaggi da parte dei pazienti”. “Avere un figlio in età avanzata è sicuramente importante in un periodo come quello attuale di forte denatalità – ha aggiunto il presidente – ma bisogna affrontare diverse problematiche. Esistono profonde differenze tra la capacità riproduttiva dell’uomo e quella della donna. Il limite di età posto alla donna per usufruire di tecniche di Pma è di 50 anni, non ce ne sono invece per l’uomo. Inoltre, se l’uomo ogni 72 giorni produce nuove cellule e praticamente non invecchia mai dal punto di vista della salute riproduttiva quantitativa, la donna nasce con un numero prestabilito di uova che piano piano consuma. Quindi – conclude – se la donna decide di avere figli dopo i 40 anni crescono i rischi, dato che peggiora anche la qualità di queste uova, con più difficoltà di successo per le tecniche di fecondazione assistita”.