Green pass irregolare: ‘ci pensa il Ministro’

Contagi, obblighi e divieti nella Regione Lazio. Ė proprio il caso di dire che “l’operazione è riuscita ma il paziente è morto”. Non bastano le trionfalistiche notizie sul numero di punture ‘comminate’ sotto i tendoni a far grande l’azione di una amministrazione, se in seno alla stessa il sistema informatico fa flop e consente a persone ufficialmente in regola, ma in realtà “mine vaganti”, di andare in giro liberamente. Alla durata temporale della immunizzazione da siringa si è aggiunto il flop del passaporto verde, che sempre meno si rivela affidabile, consentendo agli inoculati con tutti i crismi diventati positivi, la libertà di girare e infettare. Di questo passo arriveremo al paradosso di rivalutare i ‘sorci no vax’ (copyright Roberto Burioni) a cui è stato inibito ogni accesso alla vita pubblica e quindi impedita ogni possibilità di diffondere l’agente patogeno, ammesso che ne siano portatori. Stesso discorso non vale per molti cittadini fiduciosi nella scienza, regolarmente sottoposti alla somministrazione del farmaco che salva dagli effetti nefasti del virus e rivelatisi in seguito attaccati dalla variante Omicron, che buca i prodotti di Pfizer e Moderna. Abbiamo ricevuto una prima testimonianza questa mattina 9 gennaio, da una persona che ha coscienza di quanto sia rischioso ciò che sta accadendo. Anna, la chiameremo così, che si definisce ‘supervaccinata’, ci ha inviato i risultati di due tamponi antigenici effettuati alla farmacia Igea in data 3 e 5 gennaio, entrambi con esito positivo, confermato poi da un successivo molecolare. Sorpresa e amareggiata ha raccontato, quasi incredula, per filo e per segno la vicenda. “L’esito è stato trasmesso correttamente alla Regione Lazio – ha spiegato – ma la stessa ha registrato erroneamente il risultato mio e di mia figlia, ugualmente contagiata. L’assurdo è che entrambe ci ritroviamo un green pass non bloccato e i casi sono vari, riscontrabili anche sui più conosciuti social”. A conferma di questo, dal piccolo sondaggio effettuato, abbiamo constatato che il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi e, se da parte di Anna e figlia si attuano tutte le precauzioni del caso con un oculato isolamento, lo stesso non avverrebbe in altri casi. “Tutto è iniziato il 3 gennaio – conferma Anna – perfino l’ex sindaco Gianni Alemanno ha rivelato al Tg regionale l’assurda vicenda occorsa anche a lui. Mi sentivo confortata dalla rassicurazione fornitami dagli uffici regionali in una pronta rettifica ma questo non è avvenuto”. Per non fornire una informazione incompleta, abbiamo continuato con i nostri approfondimenti. Il problema è noto almeno da un mese e prontamente, all’epoca, gli organi statali messi a conoscenza del fatto dichiararono di aver provveduto con una correzione al sistema informatico della Agenzia delle entrate, abilitata al rilascio e alla gestione del green pass. Altrettanto prontamente “per sanare la pericolosa anomalia”, è intervenuto il ministro della Salute Roberto Speranza, sostenendo che il problema andava affrontato a livello europeo, “fronte su cui il ministero sta lavorando, per arrivare a un sistema di revoca a livello Ue – garantiva – e permettere di avere una uguale regolamentazione di blocco del certificato anche negli altri Paesi”. Dopo aver appreso tale dichiarazione, colti da improvvisa folgorazione, abbiamo capito il motivo del pass ‘fallato’ e i positivi a spasso.

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