I frutti avvelenati del Green pass: Ced regionale in tilt
La diatriba sul Green pass produce i primi risultati: poco più di due ore fa, sulla pagina ufficiale della Regione Lazio, è apparsa la comunicazione per cui sarebbe in corso “un potente attacco hacker al centro elaborazione dati regionale”. Non avevano fatto in tempo, i responsabili del social ad avvertire, alcuni giorni fa, che non sarebbero stati aperti ulteriori posti letto Covid “perché non c’è nessuna esigenza”, con l’immancabile appello alla vaccinazione quale “priorità” unica e assoluta, che subito i presunti autori delle manomissioni, prontamente identificati come “no vax” sono entrati in azione. “I sistemi sono tutti disattivati compresi tutti quelli del portale Salute Lazio – continua il post – e quelli della rete vaccinale”. Notizie che destabilizzano, specie chi era in procinto di prenotare il vaccino ma anche chi è in lista di attesa, tanto che si cerca di rassicurare, evidenziando che “sono in corso tutte le operazioni di difesa e di verifica per evitare il protrarsi dei disservizi”. Naturalmente i riflessi sulle operazioni relative alle inoculazioni ne risentiranno, come prudentemente avvertono sul social. “Le operazioni di vaccinazione potranno subire dei rallentamenti. Ci scusiamo per il disagio indipendente dalla nostra volontà”, precisa l’avviso. Quindi, il risultato della applicazione selvaggia del Green pass produce i suoi frutti avvelenati. Come risponderebbero, i costituzionalisti più avvertiti, a coloro che ponessero un semplice quesito: “perché un comune cittadino che accede a un locale, a un museo, a una palestra o altro esercizio pubblico in cui è richiesta la contestata carta è obbligato a esibirla, quando per gli addetti allo stesso servizio non è richiesta? Non si configura un vago spregio della Costituzione, che all’articolo 3 ricorda che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali?”. (Foto Ansa, Alessandro Di Meo)