I Medici per l’ambiente in campo per la “fase 2”
Sono cinque i punti su cui i rappresentanti dell’Isde fanno leva per condurre la cosiddetta “fase 2”, garantendo la prevenzione e il contrasto al contagio del Covid-19. In un dettagliato documento, l’associazione di medici nata nel 1989 per promuovere la salute dei cittadini, indissolubilmente legata alla salvaguardia ambientale, coinvolge nelle proprie “raccomandazioni” camici bianchi e operatori sanitari, medici di famiglia, cittadini e istituzioni, Asl e ospedali, in collaborazione con la Fimmg, federazione dei medici di famiglia di Viterbo. Insieme a tutti questi soggetti sono chiamati in prima linea gli ordini professionali, a cui si suggerisce la promozione di “campagne di educazione sanitaria dirette all’intera popolazione, circa i comportamenti per evitare il contagio virale e per la preparazione a eventuali nuove ondate”. Alle istituzioni sanitarie locali amministrate dalla Asl di Viterbo, si raccomanda la separazione dei percorsi di ingresso nei nosocomi, con triage e prima visita in locali dedicati o in una tensostruttura attrezzata. In campo anche la Croce Rossa e la Protezione civile che con medici volontari potranno in caso di sintomatologia significativa, effettuare le visite come da protocollo. In primo piano la distribuzione al personale di idonei dispositivi di protezione individuale, per scongiurare il contagio degli operatori e salvaguardare le attività routinarie ambulatoriali. Immediata dovrà essere l’esecuzione del tampone orofaringonasale, sempre in caso di sintomi ascrivibili a Covid-19 e rigida osservanza dei protocolli della Regione Lazio e della Asl viterbese. Particolare attenzione dovrà essere riservata alla formazione degli operatori, specie per quanto attiene alle procedure di vestizione dei dispositivi di protezione, così come particolare cura dovrà essere riservata a corsi di formazione relativi alla gestione delle attività di ambulatorio sulla base delle nuove norme di distanze di sicurezza e igienizzazione degli spazi. Una proposta controcorrente dei medici Isde è quella relativa all’acquisto diretto da parte della Asl dei dispositivi di sicurezza, superando i passaggi burocratici legati alle forniture centralizzate gestite da regione e protezione civile che, come si è visto, non hanno funzionato, esponendo i sanitari del Lazio a rischi di contagio; in molti ospedali numerosi, tra infermieri e medici, sono risultati positivi al virus. Viterbo al contrario, da alcuni giorni si è rivelata virtuosa con infetti zero. Per questo, l’impegno dei medici Isde, volto a promuovere “programmi di educazione sanitaria diretti all’intera popolazione per contrastare l’attuale e nuove ondate pandemiche che dovessero verificarsi negli anni a venire”, appare ancora più significativo.