Ifo, nuova Pet per cure più umane
Presentate il 5 dicembre, all’Istituto dei tumori di Roma, due nuove apparecchiature all’avanguardia
Con un investimento regionale di 3,7 milioni, garantito in parte dai fondi del Pnrr, gli Ifo, Istituti Fisioterapici ospitalieri Regina Elena e San Gallicano si dotano di due nuovi sistemi di Pet/Ct – metodica di diagnostica per immagini che permette uno studio approfondito di diverse tipologie tumorali – completamente digitali a elevata risoluzione. Tale tecnica consente di identificare lesioni millimetriche fin dai primi stadi, di valutarne l’evoluzione e analizzare la reazione ai trattamenti. Una rivoluzione in campo diagnostico, il vantaggio del digitale rispetto all’analogico che, secondo i vertici aziendali, aumenterà la produttività del 60% riducendo le liste di attesa, con elevato beneficio delle persone colpite da una patologia critica come quella oncologica. Soddisfazione per la nuova acquisizione è stata espressa dal direttore generale Ifo Marina Cerimele, che parla di “importante investimento che aggiunge un altro tassello al progetto di restyling e ammodernamento del parco macchine degli Istituti”. Miglioramenti non solo tecnologici, “che si rivolgono anche al benessere psicofisico – continua Cerimele – tenendo conto dei bisogni della persona malata non solo sul piano clinico-assistenziale. Si tratta del progetto di umanizzazione della Medicina nucleare con cui sono stati rinnovati gli ambienti dotandoli di spazi gradevoli e luminosi, rispondendo a una diversa filosofia di arredo, in grado di influire positivamente sullo stato d’animo degli assistiti”, conclude. Sugli aspetti clinici si esprime Rosa Sciuto, responsabile della Medicina nucleare dell’Istituto tumori Regina Elena, che sottolinea i minori tempi di durata dell’esame che passa, con i nuovi strumenti, dai 25-45 minuti ai 15-25, secondo il tipo di indagine, con l’esecuzione di un numero maggiore di esami, che si stima di aumentare dai 4500 annui a più di 7000. Ulteriore beneficio, è legato alla riduzione di circa il 30%, della dose di radiofarmaco da iniettare, con conseguente minore esposizione degli operatori. L’obiettivo sarebbe ora quello di estendere l’uso di questo software a livello regionale, secondo Giuseppe Navanteri, responsabile della Ingegneria clinica degli Ifo, con riferimento all’innovativo applicativo che consente la prenotazione delle prestazioni di Medicina nucleare, da parte degli specialisti, in modalità digitale e con valutazione preliminare. Per l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato “con questo investimento prosegue l’impegno a medio e lungo termine a favore della sanità territoriale, affinché i cittadini possano ricevere cure di qualità e sempre più moderne, con particolare riguardo all’umanizzazione dei trattamenti”.