Asl Roma 2, il Cto rinasce e cambia pelle
Sembra un paradosso ma il Centro traumatologico ortopedico (Cto) di Roma “Andrea Alesini” si rinnova tornando al passato. Nella delibera di giunta numero 861 del 2017 – la stessa con cui si è approvato il progetto esecutivo di ristrutturazione del Sant’Eugenio – la Regione Lazio dà il via alla “Riorganizzazione, adeguamento e messa a norma, ristrutturazione e ammodernamento tecnologico” della struttura, per un importo pari a 3 milioni 740mila euro Iva inclusa, con un 5% a carico dell’ente locale. Il resto proviene da fondi statali stanziati grazie all’articolo 20 della legge 67 del 1988 sull’edilizia sanitaria, di cui è in corso la cosiddetta “terza fase”. Interessate agli interventi, le unità operative di recupero e riabilitazione, terapia intensiva e pronto soccorso. Anche in questo caso, come al Sant’Eugenio che appartiene alla stessa Asl del Cto, la Roma 2, l’intervento contempla la dotazione di arredi e attrezzature. La novità di rilievo per l’ospedale della Garbatella, è il ritorno alla vocazione mono specialistica di orto traumatologia – quella per cui nacque nel 1954 insieme agli omologhi di Torino, Firenze e Napoli su input dell’Inail – annunciata in realtà da molti anni, a partire dal 2008 quando per il piano di rientro dal deficit sanitario la struttura iniziò a cambiare volto, rispetto a quello di ospedale poli specialistico quale era diventato alla negli anni Settanta, quando fu creato l’Ente ospedaliero Eur-Garbatella trasformato successivamente in Usl, poi in Asl Roma C, ora Roma 2. L’ultimo cambio di “pelle” per il nosocomio non è stato indolore. Ritenuto punto di riferimento di un quartiere i cui residenti hanno una età media elevata, ha visto a mano a mano trasferire le principali discipline medico chirurgiche nel non lontano Sant’Eugenio e nel 2011 ha perso il pronto soccorso medico con l’osservazione breve. Si è cercato di supplire a tale ridimensionamento, creando un punto di primo intervento (Ppi) in ossequio al decreto ministeriale numero 70 del 2015 che dal 15 aprile scorso ha perso la sua basilare funzione di assistenza in emergenza, come previsto dalle attuali norme e dal piano aziendale della Asl, orientato al recupero della vocazione mono specialistica. Negli ultimi anni lavori di ristrutturazione hanno interessato le sale operatorie e la cosiddetta “Week Surgery”, chirurgia con degenza non superiore ai 5 giorni, più l’installazione di un nuovo apparecchio per la Tac, il tutto con un investimento di 2 milioni. Fiore all’occhiello del nosocomio, la chirurgia della mano, con mirabili ricostruzioni dell’arto e l’Unità spinale unipolare, che accoglie pazienti da tutto il centro-sud Italia.