Il diabete e le sue connessioni, che spesso si rivelano pericolose. Interpretare la patologia in una dimensione più ampia, quale fattore di rischio cardiovascolare, renale e metabolico, è l’impegno che la comunità scientifica e gli specialisti si prefiggono da tempo, per prevenire gravi complicanze che possono condurre a un pericoloso deterioramento delle condizioni di salute fino ad arrivare a infausti esiti. La riflessione è stata al centro del Media talk “Diabete cuore reni le connessioni pericolose – rischi noti e meno noti nel circuito cardionefrometabolico”, che si è svolto il 3 ottobre al Centro congressi “Roma eventi Fontana di Trevi”. Un confronto tra diabetologi, cardiologi, nefrologi, moderato da Andrea Pancani, promosso da Boehringer Ingelheim e Lilly, aziende impegnate da anni nella ricerca e sviluppo di farmaci innovativi per il trattamento delle patologie del metabolismo, renali e cardiovascolari. A suffragare le argomentazioni dei relatori partecipanti – Salvatore Alessandro De Cosmo, presidente dell’Associazione medici diabetologi, direttore di Medicina interna-endocrinologia Irccs “Casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo, Angelo Avogaro presidente Sid, Società italiana di Diabetologia, Luca De Nicola presidente Sin, Società italiana di Nefrologia, ordinario di Nefrologia all’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli” –  intervengono i numeri. Circa il 40% dei pazienti con diabete – in Italia oltre 4 milioni – sviluppa Malattia renale cronica (MRC) ma solo uno su 10 ne è consapevole; il diabete aumenta di 2-3 volte il rischio infarto del miocardio e di 2-5 volte il rischio di scompenso cardiaco, e tutto si aggrava se si associa ipertensione. Per questo, è importante la presa in carico del paziente ma, soprattutto, la prevenzione e la possibilità di individuare per tempo la patologia, attraverso semplici analisi: esame del sangue, delle urine e glicemia. Test semplici, non dispendiosi, predittivi al pari di indagini più complesse e, spesso, inflazionate. Alla prevenzione si affianca il compito dei medici di medicina generale, che possono avere un ruolo determinante nell’individuare i soggetti a rischio, consentendo una diagnosi tempestiva, elemento essenziale per scongiurare il deteriorarsi delle condizioni di salute, fino ad arrivare alla dialisi. Una condizione che ha ripercussioni negative sulla qualità di vita del paziente – e della famiglia – e rappresenta un costo sociale, sia in fase di ospedalizzazione, che come costo indiretto, in termini di invalidità, assenze dal lavoro, gravami per le aziende. In Italia, la Malattia renale cronica rappresenta un costo ingente per il Servizio sanitario nazionale: il 2% del budget totale per le cure sanitarie  è destinato a soggetti allo stadio terminale della malattia. Si stima che, ritardare di 5 anni l’invio dei pazienti in dialisi, permetterebbe un risparmio di 25 miliardi di euro ma, al di là dei calcoli economici, in primo piano è la qualità della vita del paziente che deve, secondo gli specialisti, sviluppare una cultura della prevenzione. Insieme a tale buona pratica, da sostenere tenacemente, va sviluppato l’approccio multidisciplinare e olistico nei confronti dei malati, in linea con quanto raccomandano le linee guida 2024 della European Society of Cardiology. Determinate è inoltre l’aspetto terapeutico, grazie a farmaci innovativi che, oltre a migliorare il controllo glicemico proteggono reni e cuore, prevenendo complicanze severe come la malattia renale cronica e gli eventi cardiovascolari fatali. Determinante poi, il ruolo delle società scientifiche e la sensibilizzazione operata nei confronti delle istituzioni, tanto da arrivare alla presentazione di una proposta di legge, il 14 marzo scorso, a firma del vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mulè, per promuovere lo screening proattivo della Malattia renale cronica da parte dei medici di medicina generale. Un ulteriore tassello in quel mosaico di interventi, per affrontare con tutti i crismi una patologia che rappresenta un problema di salute pubblica di prima grandezza su scala mondiale.

Commenti Facebook:

Commenti